Nel deserto
1
Il Signore parlò a Mosè,
nel deserto del Sinai, nella tenda del convegno, il primo giorno del
secondo mese, il secondo anno dell'uscita dal paese d'Egitto,
e
disse: "Fate il censimento di tutta la comunità degli Israeliti,
secondo le loro famiglie, secondo il casato dei loro padri, contando
i nomi di tutti i maschi, testa per testa, dall'età di venti anni in
su, quanti in Israele possono andare in guerra; tu e Aronne ne
farete il censimento, schiera per schiera. A voi si associerà un
uomo per ciascuna tribù, un uomo che sia capo del casato dei suoi
padri.
Questi sono i nomi degli
uomini che vi assisteranno. Di Ruben: Elisur, figlio di Sedeur; di
Simeone: Selumiel, figlio di Surisaddai; di Giuda: Nacason, figlio
di Amminadab; di Issacar: Netanaeel, figlio di Suar; di Zàbulon:
Eliab, figlio di Chelon; dei figli di Giuseppe, per Efraim: Elisama,
figlio di Ammiud; per Manasse: Gamliel, figlio di Pedasur; di
Beniamino: Abidan, figlio di Ghideoni; di Dan: Achiezer, figlio di
Ammisaddai; di Aser: Paghiel, figlio di Ocran; di Gad: Eliasaf,
figlio di Deuel; di Nèftali: Achira, figlio di Enan". Questi furono
i prescelti della comunità, erano i capi delle loro tribù paterne, i
capi delle migliaia d'Israele. Mosè e Aronne presero questi uomini
che erano stati designati per nome e convocarono tutta la comunità,
il primo giorno del secondo mese; furono registrati secondo le
famiglie, secondo i loro casati paterni, contando il numero delle
persone dai venti anni in su, uno per uno. Come il Signore gli aveva
ordinato, Mosè ne fece il censimento nel deserto del Sinai.
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Figli di Ruben, primogenito
d'Israele, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro
casati paterni, contando i nomi di tutti i maschi, uno per uno,
dall'età di vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra: i
registrati della tribù di Ruben risultarono
quarantaseimila cinquecento. |
Figli di Simeone, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di tutti i maschi, uno per uno, dall'età di
vent'anni in su, quanti potevano andare in guerra: i registrati
della tribù di Simeone risultarono cinquantanovemila trecento. |
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Figli di Gad, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Gad
risultarono quarantacinquemila seicentocinquanta. |
Figli di Giuda, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Giuda
risultarono settantaquattromila seicento. |
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Figli di Issacar, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Issacar
risultarono cinquantaquattromila quattrocento. |
Figli di Zàbulon, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Zàbulon
risultarono cinquantasettemila quattrocento.
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Figli di Giuseppe: figli di
Efraim, loro discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro
casati paterni, contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in
su, quanti potevano andare in guerra: i registrati della tribù di
Efraim risultarono quarantamila cinquecento.
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Figli di Manasse, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: della tribù di Manasse i registrati
risultarono trentaduemila duecento. |
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Figli di Beniamino, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Beniamino
risultarono trentacinquemila quattrocento. |
Figli di Dan, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Dan
risultarono sessantaduemila settecento. |
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Figli di Aser, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Aser
risultarono quarantunmila cinquecento. |
Figli di Nèftali, loro
discendenti secondo le loro famiglie, secondo i loro casati paterni,
contando i nomi di quelli dall'età di vent'anni in su, quanti
potevano andare in guerra: i registrati della tribù di Nèftali
risultarono cinquantatremila quattrocento.
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Di quelli Mosè e Aronne
fecero il censimento, con i dodici uomini capi d'Israele: ce n'era
uno per ciascuno dei loro casati paterni. Tutti gli Israeliti dei
quali fu fatto il censimento secondo i loro casati paterni, dall'età
di vent'anni in su, cioè tutti gli uomini che in Israele potevano
andare in guerra, quanti furono registrati risultarono
seicentotremilacinquecentocinquanta. Ma quanti erano leviti, secondo
la loro tribù paterna, non furono registrati insieme con gli altri.
Il Signore disse a Mosè:
"Della tribù di Levi non farai il censimento e non unirai la somma a
quella degli Israeliti; ma incarica tu stesso i leviti del servizio
della Dimora della testimonianza, di tutti i suoi accessori e di
quanto le appartiene. Essi porteranno la Dimora e tutti i suoi
accessori, vi presteranno servizio e staranno accampati attorno alla
Dimora. Quando la Dimora dovrà partire, i leviti la smonteranno;
quando la Dimora dovrà accamparsi in qualche luogo, i leviti la
erigeranno; ogni estraneo che si avvicinerà sarà messo a morte. Gli
Israeliti pianteranno le tende ognuno nel suo campo, ognuno vicino
alla sua insegna, secondo le loro schiere. Ma i leviti pianteranno
le tende attorno alla Dimora della testimonianza; così la mia ira
non si accenderà contro la comunità degli Israeliti. I leviti
avranno la cura della Dimora". Gli Israeliti si conformarono in
tutto agli ordini che il Signore aveva dato a Mosè e così fecero.
2
Il Signore disse ancora a
Mosè e ad Aronne: "Gli Israeliti si accamperanno ciascuno vicino
alla sua insegna con i simboli dei casati paterni; si accamperanno
di fronte a tutti intorno alla tenda del convegno.
A est, verso oriente, si
accamperà l'insegna del campo di Giuda con le sue schiere; il capo
dei figli di Giuda è Nacason, figlio di Amminadab, e la sua
formazione è di sessantaquattromilaseicento registrati. Accanto a
lui si accamperà la tribù di Issacar; il capo dei figli di Issacar è
Netaneel, figlio di Suar, e la sua formazione è di
cinquantaquattromilaquattrocento registrati. Poi la tribù di Zàbulon;
il capo dei figli di Zàbulon è Eliab, figlio di Chelon, e la sua
formazione è di cinquantasettemilaquattrocento registrati. Il totale
dei registrati del campo di Giuda è di
centottantaseimilaquattrocento uomini, secondo le loro schiere. Si
metteranno in marcia per primi.
A mezzogiorno starà
l'insegna del campo di Ruben con le sue schiere; il capo dei figli
di Ruben è Elisur, figlio di Sedeur, e la sua formazione è di
quarantaseimilacinquecento registrati. Accanto a lui si accamperà la
tribù di Simeone; il capo dei figli di Simeone è Selumiel, figlio di
Surisaddai, e la sua formazione è di cinquantanovemilatrecento
registrati. Poi la tribù di Gad: il capo dei figli di Gad è Eliasaf,
figlio di Deuel, e la sua formazione è di
quarantacinquemilaseicentocinquanta registrati. Il totale del campo
di Ruben è di centocinquantamilaquattrocentocinquanta uomini,
registrati secondo le loro schiere. Si metteranno in marcia in
seconda linea.
Poi si metterà in marcia la
tenda del convegno con il campo dei leviti in mezzo agli altri
campi. Seguiranno nella marcia l'ordine nel quale erano accampati,
ciascuno al suo posto, con la sua insegna.
Ad occidente starà
l'insegna del campo di Efraim con le sue schiere; il capo dei figli
di Efraim è Elisama, figlio di Ammiud, la sua formazione è di
quarantamilacinquecento registrati. Accanto a lui si accamperà la
tribù di Manasse; il capo dei figli di Manasse è Gamliel, figlio di
Pedasur, e la sua formazione è di trentaduemiladuecento registrati.
Poi la tribù di Beniamino; il capo dei figli di Beniamino è Abidan,
figlio di Ghideoni, e la sua formazione è di
trentacinquemilaquattrocento registrati. Il totale dei registrati
del campo di Efraim è di centottomilacento uomini, secondo le loro
schiere. Si metteranno in marcia in terza linea.
A settentrione starà
l'insegna del campo di Dan con le sue schiere; il capo dei figli di
Dan è Achiezer, figlio di Ammisaddai, e la sua formazione è di
sessantaduemilasettecento registrati. Accanto a lui si accamperà la
tribù di Aser; il capo dei figli di Aser è Paghiel, figlio di Ocran,
e la sua formazione è di quarantunmilacinquecento registrati. Poi la
tribù di Nèftali; il capo dei figli di Nèftali è Achira, figlio di
Enan, e la sua formazione è di cinquantatremilaquattrocento
registrati. Il totale dei registrati del campo di Dan è dunque
centocinquantasettemilaseicento. Si metteranno in marcia per ultimi,
secondo le loro insegne".
Questi sono gli Israeliti
registrati secondo i loro casati paterni. Tutti gli uomini dei quali
si fece il censimento e che formarono i campi secondo le loro
formazioni, furono seicentotremila cinquecentocinquanta. Ma i leviti,
secondo l'ordine che il Signore aveva dato a Mosè, non furono
registrati nel censimento, insieme con gli Israeliti. Gli Israeliti
agirono secondo gli ordini che il Signore aveva dato a Mosè; così si
accampavano secondo le loro insegne e così si mettevano in marcia,
ciascuno secondo la sua famiglia e secondo il casato dei suoi padri.
3
Questi sono i discendenti
di Aronne e di Mosè quando il Signore parlò a Mosè sul monte Sinai.
Questi sono i nomi dei figli di Aronne: Nadab il primogenito, Abiu,
Eleazaro e Itamar. Tali i nomi dei figli di Aronne che ricevettero
l'unzione come sacerdoti e furono consacrati per esercitare il
sacerdozio. Nadab e Abiu morirono davanti al Signore, quando
offrirono fuoco profano davanti al Signore, nel deserto del Sinai.
Essi non avevano figli ed Eleazaro e Itamar esercitarono il
sacerdozio in presenza di Aronne, loro padre.
Il Signore disse a Mosè:
"Fa' avvicinare la tribù dei leviti e presentala al sacerdote
Aronne, perché sia al suo servizio. Essi custodiranno quanto è
affidato a lui e a tutta la comunità davanti alla tenda del convegno
e presteranno servizio alla Dimora. Avranno in custodia tutti gli
arredi della tenda del convegno e di quanto è affidato agli
Israeliti e presteranno servizio alla Dimora. Assegnerai i leviti ad
Aronne e ai suoi figli; essi gli sono dati tutti tra gli Israeliti.
Tu stabilirai Aronne e i suoi figli, perché custodiscano le funzioni
del loro sacerdozio; l'estraneo che vi si accosterà sarà messo a
morte".
Il Signore disse a Mosè:
"Ecco, io ho scelto i leviti tra gli Israeliti al posto di ogni
primogenito che nasce per primo dal seno materno tra gli Israeliti;
i leviti saranno miei, perché ogni primogenito è mio. Quando io
colpii tutti i primogeniti nel paese d'Egitto, io mi riservai in
Israele tutti i primogeniti degli uomini e degli animali; essi
saranno miei. Io sono il Signore".
Il Signore disse a Mosè nel
deserto del Sinai: "Fa' il censimento dei figli di Levi, secondo i
casati dei loro padri e le loro famiglie; farai il censimento di
tutti i maschi dall'età di un mese in su". Mosè ne fece il
censimento secondo l'ordine del Signore, come gli era stato
comandato di fare.
Questi sono i figli di Levi
secondo i loro nomi: Gherson, Keat e Merari. Questi i nomi dei figli
di Gherson, secondo le loro famiglie: Libni e Simei. I figli di Keat
secondo le loro famiglie: Amram, Isear, Ebron e Uzziel. I figli di
Merari secondo le loro famiglie: Macli e Musi. Queste sono le
famiglie dei leviti secondo i loro casati paterni.
Da Gherson discendono la
famiglia dei Libniti e la famiglia dei Simeiti, che formano le
famiglie dei Ghersoniti. Coloro che furono registrati, contando
tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano
settemilacinquecento. Le famiglie dei Ghersoniti avevano il campo
dietro la Dimora, a occidente. Il capo del casato paterno per i
Ghersoniti era Eliasaf, figlio di Lael. Per quello che riguarda la
tenda del convegno i figli di Gherson avevano la custodia della
Dimora e della tenda, della sua coperta, della cortina all'ingresso
della tenda del convegno, dei tendaggi del recinto e della cortina
alla porta del recinto intorno alla Dimora e all'altare e delle
corde per tutto il suo impianto.
Da Keat discendono la
famiglia degli Amramiti, la famiglia degli Iseariti, la famiglia
degli Ebroniti e la famiglia degli Uzzieliti, che formano le
famiglie dei Keatiti. Contando tutti i maschi dall'età di un mese in
su, erano ottomilaseicento, che avevano la custodia del santuario.
Le famiglie dei figli di Keat avevano il campo al lato meridionale
della Dimora. Il capo del casato paterno per i Keatiti era Elisafan,
figlio di Uzziel. Alla loro custodia erano affidati l'arca, la
tavola, il candelabro, gli altari e gli arredi del santuario con cui
si esercita il ministero, il velo e quanto si riferisce al suo
impianto. Il capo supremo dei leviti era Eleazaro, figlio del
sacerdote Aronne; egli aveva la sorveglianza di quelli che
attendevano alla custodia del santuario.
Da Merari discendono la
famiglia dei Macliti e la famiglia dei Musiti che formano le
famiglie di Merari. Coloro che furono registrati, contando tutti i
maschi dall'età di un mese in su, erano seimiladuecento. Il capo del
casato paterno per le famiglie di Merari era Suriel, figlio di
Abicail. Essi avevano il campo dal lato settentrionale della Dimora.
Alla custodia dei figli di Merari furono affidati le tavole della
Dimora, le sue stanghe, le sue colonne e le loro basi, tutti i suoi
arredi e quanto si riferisce al suo impianto, le colonne del recinto
tutto intorno, le loro basi, i loro picchetti e le loro corde. Sul
davanti della Dimora a oriente, di fronte alla tenda del convegno,
verso levante, avevano il campo Mosè, Aronne e i suoi figli; essi
avevano la custodia del santuario invece degli Israeliti; l'estraneo
che vi si avvicinava sarebbe stato messo a morte.
Tutti i leviti di cui Mosè
e Aronne fecero il censimento secondo le loro famiglie per ordine
del Signore, tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano
ventiduemila.
Il Signore disse a Mosè:
"Fa' il censimento di tutti i primogeniti maschi tra gli Israeliti
dall'età di un mese in su e fa' il censimento dei loro nomi.
Prenderai i leviti per me - Io sono il Signore - invece di tutti i
primogeniti degli Israeliti e il bestiame dei leviti invece dei
primi parti del bestiame degli Israeliti".
Mosè fece il censimento di
tutti i primogeniti tra gli Israeliti, secondo l'ordine che il
Signore gli aveva dato. Tutti i primogeniti maschi che furono
registrati, contando i nomi dall'età di un mese in su, furono
ventiduemiladuecentosettantatrè.
Il Signore parlò a Mosè:
"Prendi i leviti invece di tutti i primogeniti degli Israeliti e il
bestiame dei leviti invece del loro bestiame; i leviti saranno miei.
Io sono il Signore. Per il riscatto dei duecentosettantatrè
primogeniti degli Israeliti che oltrepassano il numero dei leviti,
prenderai cinque sicli a testa; li prenderai secondo il siclo del
santuario, che è di venti ghera. Darai il denaro ad Aronne e
ai suoi figli per il riscatto di quelli che oltrepassano il numero
dei leviti". Mosè prese il denaro per il riscatto di quelli che
oltrepassavano il numero dei primogeniti riscattati dai leviti;
prese il denaro dai primogeniti degli Israeliti:
milletrecentosessantacinque sicli, secondo il siclo del santuario.
Mosè diede il denaro del riscatto ad Aronne e ai suoi figli, secondo
l'ordine del Signore, come il Signore aveva ordinato a Mosè.
4
Il Signore disse ancora a
Mosè e ad Aronne: "Fate il censimento dei figli di Keat, tra i figli
di Levi, secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,
dall'età di trent'anni fino all'età di cinquant'anni, di quanti
fanno parte di una schiera e prestano la loro opera nella tenda del
convegno. Questo è il servizio che i figli di Keat dovranno fare
nella tenda del convegno e che riguarda le cose santissime. Quando
il campo si dovrà muovere, Aronne e i suoi figli verranno a smontare
il velo della cortina e copriranno con esso l'arca della
testimonianza; poi porranno sull'arca una coperta di pelli di tasso,
vi stenderanno sopra un drappo tutto di porpora viola e metteranno a
posto le stanghe. Poi stenderanno un drappo di porpora viola sulla
tavola dell'offerta e vi metteranno sopra i piatti, le coppe, le
anfore, le tazze per le libazioni; vi sarà sopra anche il pane
perenne; su queste cose stenderanno un drappo scarlatto e sopra
questo una coperta di pelli di tasso e metteranno le stanghe alla
tavola. Poi prenderanno un drappo di porpora viola, con cui
copriranno il candelabro della luce, le sue lampade, i suoi
smoccolatoi, i suoi portacenere e tutti i vasi per l'olio destinati
al suo servizio; metteranno il candelabro con tutti i suoi accessori
in una coperta di pelli di tasso e lo metteranno sopra la
portantina. Poi stenderanno sull'altare d'oro un drappo di porpora
viola e sopra questo una coperta di pelli di tasso e metteranno le
stanghe all'altare. Prenderanno tutti gli arredi che si usano per il
servizio nel santuario, li metteranno in un drappo di porpora viola,
li avvolgeranno in una coperta di pelli di tasso e li metteranno
sopra la portantina. Poi toglieranno le ceneri dall'altare e
stenderanno sull'altare un drappo scarlatto; vi metteranno sopra
tutti gli arredi che si usano nel suo servizio, i bracieri, le
forchette, le pale, i vasi per l'aspersione, tutti gli accessori
dell'altare e vi stenderanno sopra una coperta di pelli di tasso,
poi porranno le stanghe all'altare. Quando Aronne e i suoi figli
avranno finito di coprire il santuario e tutti gli arredi del
santuario, al momento di muovere il campo, i figli di Keat verranno
per trasportare quelle cose; ma non toccheranno le cose sante,
perché non muoiano. Questo è l'incarico dei figli di Keat nella
tenda del convegno.
Eleazaro, figlio del
sacerdote Aronne, avrà la sorveglianza dell'olio per il candelabro,
del profumo aromatico dell'offerta perenne e dell'olio dell'unzione
e la sorveglianza di tutta la Dimora e di quanto contiene, del
santuario e dei suoi arredi".
Il Signore parlò a Mosè e
ad Aronne: "Badate che la tribù delle famiglie dei Keatiti non venga
eliminata dai leviti; ma fate questo per loro, perché vivano e non
muoiano quando si accostano al luogo santissimo: Aronne e i suoi
figli vengano e assegnino a ciascuno di essi il proprio servizio e
il proprio incarico. Non entrino essi a guardare neanche per un
istante le cose sante, perché morirebbero".
Il Signore disse a Mosè:
"Fa' il censimento anche dei figli di Gherson, secondo i loro casati
paterni e secondo le loro famiglie. Farai il censimento dall'età di
trent'anni fino all'età di cinquant'anni di quanti fanno parte di
una schiera e prestano servizio nella tenda del convegno. Questo è
il servizio delle famiglie dei Ghersoniti, quel che dovranno fare e
quello che dovranno portare. Essi porteranno i teli della Dimora e
la tenda del convegno, la sua copertura, la copertura di pelli di
tasso che vi è sopra e la cortina all'ingresso della tenda del
convegno; i tendaggi del recinto con la cortina all'ingresso del
recinto, i tendaggi che stanno intorno alla Dimora e all'altare; le
loro corde e tutti gli arredi necessari al loro impianto; faranno
tutto il servizio che si riferisce a queste cose. Tutto il servizio
dei figli dei Ghersoniti sarà sotto gli ordini di Aronne e dei suoi
figli per quanto dovranno portare e per quanto dovranno fare; voi
affiderete alla loro custodia quanto dovranno portare. Tale è il
servizio delle famiglie dei figli dei Ghersoniti nella tenda del
convegno; la loro sorveglianza sarà affidata a Itamar, figlio del
sacerdote Aronne.
Farai il censimento dei
figli di Merari secondo le loro famiglie e secondo i loro casati
paterni; farai il censimento, dall'età di trent'anni fino all'età di
cinquant'anni, di quanti fanno parte di una schiera e prestano
servizio nella tenda del convegno. Ciò è quanto è affidato alla loro
custodia e quello che dovranno portare come loro servizio nella
tenda del convegno: le assi della Dimora, le sue stanghe, le sue
colonne, le sue basi, le colonne che sono intorno al recinto, le
loro basi, i loro picchetti, le loro corde, tutti i loro arredi e
tutto il loro impianto. Elencherete per nome gli oggetti affidati
alla loro custodia e che essi dovranno portare. Tale è il servizio
delle famiglie dei figli di Merari, tutto il loro servizio nella
tenda del convegno, sotto gli ordini di Itamar, figlio del sacerdote
Aronne".
Mosè, Aronne e i capi della
comunità fecero dunque il censimento dei figli dei Keatiti secondo
le loro famiglie e secondo i loro casati paterni, di quanti dall'età
di trent'anni fino all'età di cinquant'anni potevano far parte di
una schiera e prestar servizio nella tenda del convegno. Quelli di
cui si fece il censimento secondo le loro famiglie furono
duemilasettecentocinquanta. Questi appartengono alle famiglie dei
Keatiti dei quali si fece il censimento: quanti prestavano servizio
nella tenda del convegno; Mosè e Aronne ne fecero il censimento
secondo l'ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
I figli di Gherson, di cui
si fece il censimento secondo le loro famiglie e secondo i loro
casati paterni, dall'età di trent'anni fino all'età di
cinquant'anni, quanti potevano far parte di una schiera e prestar
servizio nella tenda del convegno, quelli di cui si fece il
censimento secondo le loro famiglie e secondo i loro casati paterni,
furono duemilaseicentotrenta. Questi appartengono alle famiglie dei
figli di Gherson, di cui si fece il censimento: quanti prestavano
servizio nella tenda del convegno; Mosè e Aronne ne fecero il
censimento secondo l'ordine del Signore.
Quelli delle famiglie dei
figli di Merari dei quali si fece il censimento secondo le loro
famiglie e i loro casati paterni, dall'età di trent'anni fino
all'età di cinquant'anni, quanti potevano far parte di una schiera e
prestar servizio nella tenda del convegno, quelli di cui si fece il
censimento, secondo le loro famiglie, furono tremiladuecento. Questi
appartengono alle famiglie dei figli di Merari, di cui si fece il
censimento; Mosè e Aronne ne fecero il censimento secondo l'ordine
che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè.
Tutti i leviti dei quali
Mosè, Aronne e i capi d'Israele fecero il censimento secondo le loro
famiglie e secondo i loro casati paterni, dall'età di trent'anni
fino all'età di cinquant'anni, quanti potevano far parte di una
schiera e prestar servizio e portare pesi nella tenda del convegno,
tutti quelli di cui si fece il censimento, furono
ottomilacinquecentottanta. Ne fu fatto il censimento secondo
l'ordine che il Signore aveva dato per mezzo di Mosè, assegnando a
ciascuno il servizio che doveva fare e ciò che doveva portare. Così
ne fu fatto il censimento come il Signore aveva ordinato a Mosè.
5
Il Signore disse a Mosè:
"Ordina agli Israeliti che allontanino dall'accampamento ogni
lebbroso, chiunque soffre di gonorrea o è impuro per il contatto con
un cadavere. Allontanerete sia i maschi sia le femmine; li
allontanerete dall'accampamento perché non contaminino il loro
accampamento in mezzo al quale io abito". Gli Israeliti fecero così
e li allontanarono dall'accampamento. Come il Signore aveva ordinato
a Mosè, così fecero gli Israeliti.
Il Signore aggiunse a Mosè:
"Ordina agli Israeliti: Quando un uomo o una donna avrà fatto un
torto a qualcuno, peccando contro il Signore, questa persona si sarà
resa colpevole. Dovrà confessare il peccato commesso e restituirà:
il reo rifonderà per intero il danno commesso, aggiungendovi un
quinto e lo darà a colui verso il quale è responsabile. Ma se costui
non ha stretto parente a cui si possa rifondere il danno commesso,
questo spetterà al Signore, cioè al sacerdote, oltre l'ariete
dell'espiazione, mediante il quale si farà l'espiazione per il
colpevole. Ogni tributo su tutte le cose consacrate che gli
Israeliti offriranno, è del sacerdote, apparterrà a lui; le cose che
uno consacrerà saranno sue e ciò che uno darà al sacerdote
apparterrà a lui".
Il Signore aggiunse a Mosè:
"Parla agli Israeliti e riferisci loro: Se una donna si sarà
traviata e avrà commesso una infedeltà verso il marito e un uomo
avrà avuto rapporti con lei, ma la cosa è rimasta nascosta agli
occhi del marito; se essa si è contaminata in segreto e non vi siano
testimoni contro di lei perché non è stata colta sul fatto, qualora
lo spirito di gelosia si impadronisca del marito e questi diventi
geloso della moglie che si è contaminata oppure lo spirito di
gelosia si impadronisca di lui e questi diventi geloso della moglie
che non si è contaminata, quell'uomo condurrà la moglie al sacerdote
e porterà una offerta per lei: un decimo di efa di farina
d'orzo; non vi spanderà sopra olio, né vi metterà sopra incenso,
perché è un'oblazione di gelosia, un'offerta commemorativa per
ricordare una iniquità. Il sacerdote farà avvicinare la donna e la
farà stare davanti al Signore. Poi il sacerdote prenderà acqua santa
in un vaso di terra; prenderà anche polvere che è sul pavimento
della Dimora e la metterà nell'acqua. Il sacerdote farà quindi stare
la donna davanti al Signore, le scoprirà il capo e porrà nelle mani
di lei l'oblazione commemorativa, che è l'oblazione di gelosia,
mentre il sacerdote avrà in mano l'acqua amara che porta
maledizione. Il sacerdote farà giurare quella donna e le dirà: Se
nessun uomo ha avuto rapporti disonesti con te e se non ti sei
traviata per contaminarti ricevendo un altro invece di tuo marito,
quest'acqua amara, che porta maledizione, non ti faccia danno! Ma se
ti sei traviata ricevendo un altro invece di tuo marito e ti sei
contaminata e un uomo che non è tuo marito ha avuto rapporti
disonesti con te... Allora il sacerdote farà giurare alla donna con
un'imprecazione; poi dirà alla donna: Il Signore faccia di te un
oggetto di maledizione e di imprecazione in mezzo al tuo popolo,
facendoti avvizzire i fianchi e gonfiare il ventre; quest'acqua che
porta maledizione ti entri nelle viscere per farti gonfiare il
ventre e avvizzire i fianchi! E la donna dirà: Amen, Amen! Poi il
sacerdote scriverà queste imprecazioni su un rotolo e le cancellerà
con l'acqua amara. Farà bere alla donna quell'acqua amara che porta
maledizione e l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per
produrle amarezza; il sacerdote prenderà dalle mani della donna
l'oblazione di gelosia, agiterà l'oblazione davanti al Signore e
l'offrirà sull'altare; il sacerdote prenderà una manciata di
quell'oblazione come memoriale di lei e la brucerà sull'altare; poi
farà bere l'acqua alla donna. Quando le avrà fatto bere l'acqua, se
essa si è contaminata e ha commesso un'infedeltà contro il marito,
l'acqua che porta maledizione entrerà in lei per produrre amarezza;
il ventre le si gonfierà e i suoi fianchi avvizziranno e quella
donna diventerà un oggetto di maledizione in mezzo al suo popolo. Ma
se la donna non si è contaminata ed è pura, sarà riconosciuta
innocente e avrà figli.
Questa è la legge della
gelosia, nel caso in cui la moglie di uno si sia traviata ricevendo
un altro invece del marito e si contamini e per il caso in cui lo
spirito di gelosia si impadronisca del marito e questi diventi
geloso della moglie; egli farà comparire sua moglie davanti al
Signore e il sacerdote le applicherà questa legge integralmente. Il
marito sarà immune da colpa, ma la donna porterà la pena della sua
iniquità".
6
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando un uomo o una
donna farà un voto speciale, il voto di nazireato, per consacrarsi
al Signore, si asterrà dal vino e dalle bevande inebrianti; non
berrà aceto fatto di vino né aceto fatto di bevanda inebriante; non
berrà liquori tratti dall'uva e non mangerà uva, né fresca né secca.
Per tutto il tempo del suo nazireato non mangerà alcun prodotto
della vigna, dai chicchi acerbi alle vinacce.
Per tutto il tempo del suo
voto di nazireato il rasoio non passerà sul suo capo; finché non
siano compiuti i giorni per i quali si è consacrato al Signore, sarà
santo; si lascerà crescere la capigliatura.
Per tutto il tempo in cui
rimane consacrato al Signore, non si avvicinerà a un cadavere; si
trattasse anche di suo padre, di sua madre, di suo fratello e di sua
sorella, non si contaminerà per loro alla loro morte, perché porta
sul capo il segno della sua consacrazione a Dio. Per tutto il tempo
del suo nazireato egli è consacrato al Signore.
Se uno gli muore accanto
improvvisamente e il suo capo consacrato rimane così contaminato, si
raderà il capo nel giorno della sua purificazione; se lo raderà il
settimo giorno; l'ottavo giorno porterà due tortore o due colombi al
sacerdote, all'ingresso della tenda del convegno. Il sacerdote ne
offrirà uno in sacrificio espiatorio e l'altro in olocausto e farà
per lui il rito espiatorio del peccato in cui è incorso a causa di
quel morto; in quel giorno stesso, il nazireo consacrerà così il suo
capo. Consacrerà di nuovo al Signore i giorni del suo nazireato e
offrirà un agnello dell'anno come sacrificio di riparazione; i
giorni precedenti non saranno contati, perché il suo nazireato è
stato contaminato.
Questa è la legge del
nazireato; quando i giorni del suo nazireato saranno compiuti, lo si
farà venire all'ingresso della tenda del convegno; egli presenterà
l'offerta al Signore: un agnello dell'anno, senza difetto, per
l'olocausto; una pecora dell'anno, senza difetto, per il sacrificio
espiatorio, un ariete senza difetto, come sacrificio di comunione;
un canestro di pani azzimi fatti con fior di farina, di focacce
intrise in olio, di schiacciate senza lievito unte d'olio, insieme
con l'oblazione e le libazioni relative. Il sacerdote presenterà
quelle cose davanti al Signore e offrirà il suo sacrificio
espiatorio e il suo olocausto; offrirà l'ariete come sacrificio di
comunione al Signore, con il canestro dei pani azzimi; il sacerdote
offrirà anche l'oblazione e la libazione. Il nazireo raderà,
all'ingresso della tenda del convegno, il suo capo consacrato;
prenderà i capelli del suo capo consacrato e li metterà sul fuoco
che è sotto il sacrificio di comunione. Il sacerdote prenderà la
spalla dell'ariete, quando sarà cotta, una focaccia non lievitata
dal canestro e una schiacciata senza lievito e le porrà nelle mani
del nazireo, dopo che questi si sarà raso il capo consacrato. Il
sacerdote le agiterà, come offerta da farsi secondo il rito
dell'agitazione, davanti al Signore; è cosa santa che appartiene al
sacerdote, insieme con il petto dell'offerta da agitare ritualmente
e con la spalla dell'offerta da elevare ritualmente. Dopo, il
nazireo potrà bere il vino.
Questa è la legge per chi
ha fatto voto di nazireato, tale è la sua offerta al Signore per il
suo nazireato, oltre quello che i suoi mezzi gli permetteranno di
fare. Egli si comporterà secondo il voto che avrà fatto in base alla
legge del suo nazireato".
|
Il Signore disse a Mosè: "Parla ad
Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli
Israeliti; direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto su di te
e ti sia propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto
e ti conceda pace.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti
e io li benedirò".
7
Quando Mosè ebbe finito di
erigere la Dimora e l'ebbe unta e consacrata con tutti i suoi
arredi, quando ebbe eretto l'altare con tutti i suoi arredi e li
ebbe unti e consacrati, i capi di Israele, capi dei loro casati
paterni, che erano capitribù e avevano presieduto al censimento,
presentarono una offerta e la portarono davanti al Signore: sei
carri e dodici buoi, cioè un carro per due capi e un bue per ogni
capo e li offrirono davanti alla Dimora. Il Signore disse a Mosè:
"Prendili da loro per impiegarli al servizio della tenda del
convegno e assegnali ai leviti; a ciascuno secondo il suo servizio".
Mosè prese dunque i carri e i buoi e li diede ai leviti. Diede due
carri e quattro buoi ai figli di Gherson, secondo il loro servizio;
diede quattro carri e otto buoi ai figli di Merari, secondo il loro
servizio, sotto la sorveglianza di Itamar, figlio del sacerdote
Aronne; ma ai figli di Keat non ne diede, perché avevano il servizio
degli oggetti sacri e dovevano portarli sulle spalle.
I capi presentarono
l'offerta per la dedicazione dell'altare, il giorno in cui esso fu
unto; i capi presentarono l'offerta uno per giorno, per la
dedicazione dell'altare.
Colui che presentò
l'offerta il primo giorno fu Nacason, figlio di Amminadab, della
tribù di Giuda; la sua offerta fu un piatto d'argento del peso di
centotrenta sicli, un vassoio d'argento di settanta sicli, secondo
il siclo del santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa
in olio, per l'oblazione, una coppa d'oro di dieci sicli piena di
profumo, un giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per
l'olocausto, un capro per il sacrificio espiatorio e per il
sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque capri,
cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nacason, figlio di
Amminadab.
Il secondo giorno, Netaneel,
figlio di Suar, capo di Issacar, presentò l'offerta. Offrì un piatto
d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di
settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di
fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una coppa d'oro di
dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio espiatorio e
per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Netaneel,
figlio di Suar.
Il terzo giorno fu Eliab,
figlio di Chelon, capo dei figli di Zàbulon. La sua offerta fu un
piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento
di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni
di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una coppa d'oro
di dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio espiatorio e
per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliab, figlio
di Chelon.
Il quarto giorno fu Elisur,
figlio di Sedeur, capo dei figli di Ruben. La sua offerta fu un
piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento
di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni
di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una coppa d'oro
di dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio espiatorio e
per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elisur, figlio
di Sedeur.
Il quinto giorno fu
Selumiel, figlio di Surisaddai, capo dei figli di Simeone. La sua
offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un
vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario,
tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione, una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo, un
giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro
per il sacrificio espiatorio e per il sacrificio di comunione due
buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu
l'offerta di Selumiel, figlio di Surisaddai.
Il sesto giorno fu Eliasaf,
figlio di Deuel, capo dei figli di Gad. La sua offerta fu un piatto
d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento di
settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni di
fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una coppa d'oro di
dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio espiatorio e
per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliasaf,
figlio di Deuel.
Il settimo giorno fu
Elesama, figlio di Ammiud, capo dei figli di Efraim. La sua offerta
fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio
d'argento del peso di settanta sicli, secondo il siclo del
santuario, tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione, una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo, un
giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro
per il sacrificio espiatorio e per il sacrificio di comunione due
buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu
l'offerta di Elesama, figlio di Ammiud.
L'ottavo giorno fu Gamliel,
figlio di Pedasur, capo dei figli di Manasse. La sua offerta fu un
piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio d'argento
di settanta sicli secondo il siclo del santuario, tutti e due pieni
di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una coppa d'oro
di dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete, un agnello
dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio espiatorio e
per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti, cinque
capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Gamliel,
figlio di Pedasur.
Il nono giorno fu Abidan,
figlio di Ghideoni, capo dei figli di Beniamino. La sua offerta fu
un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio
d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e
due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una
coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete,
un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio
espiatorio e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti,
cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Abidan,
figlio di Ghideoni.
Il decimo giorno fu
Achiezer, figlio di Ammisaddai, capo dei figli di Dan. La sua
offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un
vassoio d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario,
tutti e due pieni di fior di farina intrisa in olio, per
l'oblazione, una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo, un
giovenco, un ariete, un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro
per il sacrificio espiatorio e per il sacrificio di comunione due
buoi, cinque arieti, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu
l'offerta di Achiezer, figlio di Ammisaddai.
L'undicesimo giorno fu
Paghiel, figlio di Ocran, capo dei figli di Aser. La sua offerta fu
un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio
d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e
due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una
coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete,
un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio
espiatorio e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti,
cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Paghiel,
figlio di Ocran.
Il decimosecondo giorno fu
Achira, figlio di Enan, capo dei figli di Nèftali. La sua offerta fu
un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un vassoio
d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, tutti e
due pieni di fior di farina intrisa in olio, per l'oblazione, una
coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo, un giovenco, un ariete,
un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrificio
espiatorio e per il sacrificio di comunione due buoi, cinque arieti,
cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Achira,
figlio di Enan.
Questi furono i doni per la
dedicazione dell'altare da parte dei capi d'Israele, il giorno in
cui esso fu unto: dodici piatti d'argento, dodici vassoi d'argento,
dodici coppe d'oro; ogni piatto d'argento pesava centotrenta sicli e
ogni vassoio d'argento settanta; il totale dell'argento dei vasi fu
duemilaquattrocento sicli, secondo il siclo del santuario; dodici
coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per coppa,
secondo il siclo del santuario, diedero per l'oro delle coppe un
totale di centoventi sicli. Totale del bestiame per l'olocausto:
dodici giovenchi, dodici arieti, dodici agnelli dell'anno, con le
oblazioni consuete, e dodici capri per il sacrificio espiatorio.
Totale del bestiame per il sacrificio di comunione: ventiquattro
giovenchi, sessanta arieti, sessanta capri, sessanta agnelli
dell'anno. Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare, dopo
che esso fu unto.
Quando Mosè entrava nella
tenda del convegno per parlare con il Signore, udiva la voce che gli
parlava dall'alto del coperchio che è sull'arca della testimonianza
fra i due cherubini; il Signore gli parlava.
8
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Parla ad Aronne e riferisci: Quando collocherai le lampade,
le sette lampade dovranno proiettare la luce davanti al candelabro".
Aronne fece così: collocò le lampade in modo che facessero luce
davanti al candelabro, come il Signore aveva ordinato a Mosè. Ora il
candelabro aveva questa fattura: era d'oro lavorato a martello, dal
suo fusto alle sue corolle era un solo lavoro a martello. Mosè aveva
fatto il candelabro secondo la figura che il Signore gli aveva
mostrato.
Il Signore parlò a Mosè:
"Prendi i leviti tra gli Israeliti e purificali. Per purificarli
farai così: li aspergerai con l'acqua dell'espiazione; faranno
passare il rasoio su tutto il loro corpo, laveranno le loro vesti e
si purificheranno. Poi prenderanno un giovenco con l'oblazione
consueta di fior di farina intrisa in olio e tu prenderai un altro
giovenco per il sacrificio espiatorio. Farai avvicinare i leviti
dinanzi alla tenda del convegno e convocherai tutta la comunità
degli Israeliti. Farai avvicinare i leviti davanti al Signore e gli
Israeliti porranno le mani sui leviti; Aronne presenterà i leviti
come offerta da farsi con il rito di agitazione davanti al Signore
da parte degli Israeliti ed essi faranno il servizio del Signore.
Poi i leviti porranno le mani sulla testa dei giovenchi e tu ne
offrirai uno in sacrificio espiatorio per i leviti. Farai stare i
leviti davanti ad Aronne e davanti ai suoi figli e li presenterai
come un'offerta da farsi con il rito di agitazione in onore del
Signore. Così separerai i leviti dagli Israeliti e i leviti saranno
miei. Dopo, i leviti verranno a fare il servizio nella tenda del
convegno; tu li purificherai e li presenterai come un'offerta fatta
con la rituale agitazione; poiché mi sono tutti dediti tra gli
Israeliti, io li ho presi con me, invece di quanti nascono per primi
dalla madre, invece dei primogeniti di tutti gli Israeliti. Poiché
tutti i primogeniti degli Israeliti, tanto degli uomini quanto del
bestiame, sono miei; io me li sono consacrati il giorno in cui
percossi tutti i primogeniti nel paese d'Egitto. Ho preso i leviti
invece di tutti i primogeniti degli Israeliti. Ho dato in dono ad
Aronne e ai suoi figli i leviti tra gli Israeliti, perché facciano
il servizio degli Israeliti nella tenda del convegno e perché
compiano il rito espiatorio per gli Israeliti, perché nessun
flagello colpisca gli Israeliti, qualora gli Israeliti si accostino
al santuario".
Così fecero Mosè, Aronne e
tutta la comunità degli Israeliti per i leviti; gli Israeliti fecero
per i leviti quanto il Signore aveva ordinato a Mosè a loro
riguardo. I leviti si purificarono e lavarono le loro vesti; Aronne
li presentò come un'offerta da agitare secondo il rito davanti al
Signore e fece l'espiazione per essi, per purificarli. Dopo, i
leviti vennero a fare il servizio nella tenda del convegno alla
presenza di Aronne e dei suoi figli. Come il Signore aveva ordinato
a Mosè per i leviti, così si fece per loro.
Il Signore parlò a Mosè:
"Questo riguarda i leviti: da venticinque anni in su il levita
entrerà a formare la squadra per il servizio nella tenda del
convegno. Dall'età di cinquant'anni si ritirerà dalla squadra del
servizio e non servirà più. Aiuterà i suoi fratelli nella tenda del
convegno sorvegliando ciò che è affidato alla loro custodia; ma non
farà più servizio. Così farai per i leviti, per quel che riguarda i
loro uffici". |
9
Il Signore parlò ancora a Mosè
nel deserto del Sinai,
il primo mese del secondo anno, da quando uscirono dal paese d'Egitto,
dicendo: "Gli Israeliti celebreranno la pasqua nel
tempo stabilito. La celebrerete nel tempo stabilito, il
quattordici di questo mese tra le due sere; la celebrerete secondo tutte
le leggi e secondo tutte le prescrizioni e le usanze". Mosè
parlò agli Israeliti perché celebrassero la pasqua. Essi
celebrarono la pasqua il quattordici del mese al tramonto, nel deserto
del Sinai; gli Israeliti agirono secondo tutti gli ordini che il Signore
aveva dato a Mosè.
Ora vi erano alcuni uomini che essendo immondi per aver
toccato un morto, non potevano celebrare la pasqua in quel giorno. Si
presentarono in quello stesso giorno davanti a Mosè e davanti ad
Aronne; quegli uomini dissero a Mosè: "Noi siamo
immondi per aver toccato un cadavere; perché dovremo essere impediti di
presentare l'offerta del Signore, al tempo stabilito, in mezzo agli
Israeliti?". Mosè rispose loro: "Aspettate e
sentirò quello che il Signore ordinerà a vostro riguardo".
Il
Signore disse a Mosè: "Parla agli Israeliti e ordina
loro: Se uno di voi o dei vostri discendenti sarà immondo per il
contatto con un cadavere o sarà lontano in viaggio, potrà ugualmente
celebrare la pasqua in onore del Signore. La celebreranno
il quattordici del secondo mese al tramonto; mangeranno la vittima
pasquale con pane azzimo e con erbe amare; non ne
serberanno alcun resto fino al mattino e non ne spezzeranno alcun osso.
La celebreranno secondo tutte le leggi della pasqua. Ma chi
è mondo e non è in viaggio, se si astiene dal celebrare la pasqua,
sarà eliminato dal suo popolo; perché non ha presentato l'offerta al
Signore nel tempo stabilito, quell'uomo porterà la pena del suo
peccato. Se uno straniero che soggiorna in mezzo a voi
celebra la pasqua del Signore, si conformerà alle leggi e alle
prescrizioni della pasqua. Avrete un'unica legge per lo straniero e per
il nativo del paese".
Nel giorno in cui la Dimora fu eretta, la nube coprì la
Dimora, ossia la tenda della testimonianza; alla sera essa aveva sulla
Dimora l'aspetto di un fuoco che durava fino alla mattina. Così
avveniva sempre: la nube copriva la Dimora e di notte aveva l'aspetto
del fuoco. Tutte le volte che la nube si alzava sopra la
tenda, gli Israeliti si mettevano in cammino; dove la nuvola si fermava,
in quel luogo gli Israeliti si accampavano. Gli Israeliti
si mettevano in cammino per ordine del Signore e per ordine del Signore
si accampavano; rimanevano accampati finché la nube restava sulla
Dimora. Quando la nube rimaneva per molti giorni sulla
Dimora, gli Israeliti osservavano la prescrizione del Signore e non
partivano. Se la nube rimaneva pochi giorni sulla Dimora,
per ordine del Signore rimanevano accampati e per ordine del Signore
levavano il campo. Se la nube si fermava dalla sera alla
mattina e si alzava la mattina, subito riprendevano il cammino; o se
dopo un giorno e una notte la nube si alzava, allora riprendevano il
cammino. Se la nube rimaneva ferma sulla Dimora due giorni
o un mese o un anno, gli Israeliti rimanevano accampati e non partivano:
ma quando si alzava, levavano il campo. Per ordine del
Signore si accampavano e per ordine del Signore levavano il campo;
osservavano le prescrizioni del Signore, secondo l'ordine dato dal
Signore per mezzo di Mosè.
10
Il Signore disse ancora a Mosè: "Fatti
due trombe d'argento; le farai lavorate a martello e ti serviranno per
convocare la comunità e per levare l'accampamento. Al suono
di esse tutta la comunità si radunerà presso di te all'ingresso della
tenda del convegno. Al suono di una tromba sola, i principi,
i capi delle migliaia d'Israele, converranno presso di te. Quando
suonerete uno squillo di acclamazione, gli accampamenti che sono a
levante si metteranno in cammino. Quando suonerete una
seconda volta lo squillo di acclamazione, gli accampamenti che si
trovano a mezzogiorno si metteranno in cammino; si suoneranno squilli di
acclamazione quando dovranno mettersi in cammino. Quando
deve essere convocata la comunità, suonerete, ma non uno squillo di
acclamazione. I sacerdoti figli di Aronne suoneranno le
trombe; sarà una legge perenne per voi e per i vostri discendenti.
Quando nel vostro paese andrete in guerra contro il
nemico che vi attaccherà, suonerete le trombe con squilli di
acclamazione e sarete ricordati davanti al Signore vostro Dio e sarete
liberati dai vostri nemici. Così anche nei vostri giorni
di gioia, nelle vostre solennità e al principio dei vostri mesi,
suonerete le trombe quando offrirete olocausti e sacrifici di comunione;
esse vi ricorderanno davanti al vostro Dio. Io sono il Signore vostro
Dio".
Il secondo anno, il secondo mese, il venti del mese, la
nube si alzò sopra la Dimora della testimonianza. Gli
Israeliti partirono dal deserto del Sinai secondo il loro ordine di
marcia; la nube si fermò nel deserto di Paran. Così si
misero in cammino la prima volta, secondo l'ordine del Signore, dato per
mezzo di Mosè. ... Così levarono
l'accampamento.
Mosè disse a Obab, figlio di Reuel, Madianita, suocero
di Mosè: "Noi stiamo per partire, verso il luogo del quale il
Signore ha detto: Io ve lo darò in possesso. Vieni con noi e ti faremo
del bene, perché il Signore ha promesso di fare il bene a
Israele". Gli rispose: "Io non verrò ma tornerò
al mio paese e dai miei parenti". Mosè disse: "Non
ci lasciare poiché tu conosci i luoghi dove ci accamperemo nel deserto
e sarai per noi come gli occhi. Se vieni con noi, qualunque
bene il Signore farà a noi, noi lo faremo a te".
Così partirono dal monte del Signore e fecero tre
giornate di cammino; l'arca dell'alleanza del Signore li precedeva
durante le tre giornate di cammino, per cercare loro un luogo di sosta. La
nube del Signore era sopra di loro durante il giorno da quando erano
partiti.
Quando l'arca partiva, Mosè diceva:
"Sorgi, Signore,
e siano dispersi i tuoi nemici
e fuggano da te coloro che ti odiano".
Quando si posava, diceva:
"Torna, Signore,
alle miriadi di migliaia di Israele".
11
Ora il popolo cominciò a lamentarsi malamente agli
orecchi del Signore. Li udì il Signore e il suo sdegno si accese e il
fuoco del Signore divampò in mezzo a loro e divorò l'estremità
dell'accampamento. Il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il
Signore e il fuoco si spense. Quel luogo fu chiamato Tabera,
perché il fuoco del Signore era divampato in mezzo a loro.
La gente raccogliticcia, che era tra il popolo, fu presa
da bramosia; anche gli Israeliti ripresero a lamentarsi e a dire:
"Chi ci potrà dare carne da mangiare? Ci ricordiamo
dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cocomeri, dei
meloni, dei porri, delle cipolle e dell'aglio. Ora la nostra
vita inaridisce; non c'è più nulla, i nostri
occhi non vedono altro
che questa manna". Ora la manna era simile al seme del
coriandolo e aveva l'aspetto della resina odorosa. Il popolo
andava attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina con la macina o
la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva
focacce; aveva il sapore di pasta all'olio. Quando di notte
cadeva la rugiada sul campo, cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che si lamentava in tutte le
famiglie, ognuno all'ingresso della propria tenda; lo sdegno del Signore
divampò e la cosa dispiacque anche a Mosè. Mosè disse al
Signore: "Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché non
ho trovato grazia ai tuoi occhi, tanto che tu mi hai messo addosso il
carico di tutto questo popolo? L'ho forse concepito io
tutto questo popolo? O l'ho forse messo al mondo io perché tu mi dica:
Pòrtatelo in grembo, come la balia porta il bambino lattante, fino al
paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da
dove prenderei la carne da dare a tutto questo popolo? Perché si
lamenta dietro a me, dicendo: Dacci da mangiare carne! Io
non posso da solo portare il peso di tutto questo popolo; è un peso
troppo grave per me. Se mi devi trattare così, fammi
morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; io
non veda più la mia sventura!".
Il Signore disse a Mosè: "Radunami settanta uomini
tra gli anziani d'Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e
come loro scribi; conducili alla tenda del convegno; vi si presentino
con te. Io scenderò e parlerò in quel luogo con te;
prenderò lo spirito che è su di te per metterlo su di loro, perché
portino con te il carico del popolo e tu non lo porti più da solo.
Dirai al popolo: Santificatevi per domani e mangerete
carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci
farà mangiare carne? Stavamo così bene in Egitto! Ebbene il Signore vi
darà carne e voi ne mangerete. Ne mangerete non per un
giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni,
non per venti giorni, ma per un mese intero, finché vi
esca dalle narici e vi venga a noia, perché avete respinto il Signore
che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché
siamo usciti dall'Egitto?". Mosè disse: "Questo
popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti e tu dici:
Io darò loro la carne e ne mangeranno per un mese intero! Si
possono uccidere per loro greggi e armenti in modo che ne abbiano
abbastanza? O si radunerà per loro tutto il pesce del mare in modo che
ne abbiano abbastanza?". Il Signore rispose a Mosè:
"Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se la
parola che ti ho detta si realizzerà o no".
Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del
Signore; radunò settanta uomini tra gli anziani del popolo e li pose
intorno alla tenda del convegno. Allora il Signore scese
nella nube e gli parlò: prese lo spirito che era su di lui e lo infuse
sui settanta anziani: quando lo spirito si fu posato su di essi, quelli
profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito. Intanto,
due uomini, uno chiamato Eldad e l'altro Medad, erano rimasti
nell'accampamento e lo spirito si posò su di essi; erano fra gli
iscritti ma non erano usciti per andare alla tenda; si misero a
profetizzare nell'accampamento. Un giovane corse a riferire
la cosa a Mosè e disse: "Eldad e Medad profetizzano
nell'accampamento". Allora Giosuè, figlio di Nun, che
dalla sua giovinezza era al servizio di Mosè, disse: "Mosè,
signor mio, impediscili!". Ma Mosè gli rispose:
"Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore
e volesse il Signore donare loro il suo spirito!". Mosè
si ritirò nell'accampamento, insieme con gli anziani d'Israele.
Intanto si era alzato un vento, per ordine del Signore,
e portò quaglie dalla parte del mare e le fece cadere presso
l'accampamento sulla distesa di circa una giornata di cammino da un lato
e una giornata di cammino dall'altro, intorno all'accampamento e a
un'altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo. Il
popolo si alzò e tutto quel giorno e tutta la notte e tutto il giorno
dopo raccolse le quaglie. Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci homer;
le distesero intorno all'accampamento. Avevano ancora la
carne fra i denti e non l'avevano ancora masticata, quando lo sdegno del
Signore si accese contro il popolo e il Signore percosse il popolo con
una gravissima piaga. Quel luogo fu chiamato Kibrot-Taava,
perché qui fu sepolta la gente che si era lasciata dominare dalla
ingordigia. Da Kibrot-Taava il popolo partì per Caserot e
a Caserot fece sosta.
12
Maria e Aronne parlarono contro Mosè a causa della donna
etiope che aveva sposata; infatti aveva sposato una Etiope. Dissero:
"Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha
parlato anche per mezzo nostro?". Il Signore udì. Ora
Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra.
Il Signore disse subito a Mosè, ad Aronne e a Maria:
"Uscite tutti e tre e andate alla tenda del convegno".
Uscirono tutti e tre. Il Signore allora scese in una colonna
di nube, si fermò all'ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I
due si fecero avanti. Il Signore disse:
"Ascoltate le mie parole!
Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore,
in visione a lui mi rivelerò,
in sogno parlerò con lui.
Non così per il mio servo Mosè:
egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa.
Bocca a bocca parlo con lui,
in visione e non con enigmi
ed egli guarda l'immagine del Signore.
Perché non avete temuto
di parlare contro il mio servo Mosè?".
L'ira del Signore si accese contro di loro ed Egli se ne
andò; la nuvola si ritirò di sopra alla tenda ed ecco
Maria era lebbrosa, bianca come neve; Aronne guardò Maria ed ecco era
lebbrosa.
Aronne disse a Mosè: "Signor mio, non addossarci
la pena del peccato che abbiamo stoltamente commesso, essa
non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezzo consumata
quando esce dal seno della madre". Mosè gridò al
Signore: "Guariscila, Dio!". Il Signore rispose a
Mosè: "Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe
essa vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori
dell'accampamento sette giorni; poi vi sarà di nuovo ammessa". Maria
dunque rimase isolata, fuori dell'accampamento sette giorni; il popolo
non riprese il cammino, finché Maria non fu riammessa
nell'accampamento. Poi il popolo partì da Caserot e si
accampò nel deserto di Paran.
13
Il Signore disse a Mosè: "Manda uomini
a esplorare il paese di Canaan che sto per dare agli Israeliti. Mandate
un uomo per ogni tribù dei loro padri; siano tutti dei loro capi".
Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo il comando del
Signore; quegli uomini erano tutti capi degli Israeliti.
Questi erano i loro nomi: per la tribù di Ruben, Sammua
figlio di Zaccur; per la tribù di Simeone, Safat figlio di
Cori; per la tribù di Giuda, Caleb figlio di Iefunne; per
la tribù di Issacar, Igheal figlio di Giuseppe; per la tribù di Efraim,
Osea figlio di Nun; per la tribù di
Beniamino, Palti figlio di Rafu; per la tribù di Zàbulon,
Gaddiel figlio di Sodi; per la tribù di Giuseppe, cioè
per la tribù di Manàsse, Gaddi figlio di Susi; per la
tribù di Dan, Ammiel figlio di Ghemalli; per la tribù di
Aser, Setur figlio di Michele; per la tribù di Nèftali,
Nacbi figlio di Vofsi; per la tribù di Gad, Gheuel figlio
di Machi. Questi sono i nomi degli uomini che Mosè mandò
a esplorare il paese. Mosè diede ad Osea, figlio di Nun, il nome di
Giosuè.
Mosè dunque li mandò a esplorare il paese di Canaan e
disse loro: "Salite attraverso il Negheb; poi salirete alla regione
montana e osserverete che paese sia, che popolo l'abiti, se
forte o debole, se poco o molto numeroso; come sia la
regione che esso abita, se buona o cattiva, e come siano le città dove
abita, se siano accampamenti o luoghi fortificati; come sia
il terreno, se fertile o sterile, se vi siano alberi o no. Siate
coraggiosi e portate frutti del paese". Era il tempo in cui
cominciava a maturare l'uva.
Quelli dunque salirono ed esplorarono il paese dal
deserto di Sin, fino a Recob, in direzione di Amat. Salirono
attraverso il Negheb e andarono fino a Ebron, dove erano Achiman, Sesai
e Talmai, figli di Anak. Ora Ebron era stata edificata sette anni prima
di Tanis in Egitto. Giunsero fino alla valle di Escol, dove
tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con
una stanga, e presero anche melagrane e fichi.
Quel luogo fu chiamato valle di Escol a causa del
grappolo d'uva che gli Israeliti vi tagliarono.
Alla fine di quaranta giorni tornarono dall'esplorazione
del paese e andarono a trovare Mosè e Aronne e tutta la
comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, a Kades; riferirono ogni
cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti del paese.
Raccontarono: "Noi siamo arrivati nel paese dove tu ci
avevi mandato ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i
suoi frutti. Ma il popolo che abita il paese è potente, le
città sono fortificate e immense e vi abbiamo anche visto i figli di Anak. Gli Amaleciti abitano la regione del Negheb; gli
Hittiti, i Gebusei e gli Amorrei le montagne; i Cananei abitano presso
il mare e lungo la riva del Giordano". Caleb calmò il
popolo che mormorava contro Mosè e disse: "Andiamo presto e
conquistiamo il paese, perché certo possiamo riuscirvi". Ma
gli uomini che vi erano andati con lui dissero: "Noi non saremo
capaci di andare contro questo popolo, perché è più forte di
noi". Screditarono presso gli Israeliti il paese che
avevano esplorato, dicendo: "Il paese che abbiamo attraversato per
esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi
abbiamo notata è gente di alta statura; vi abbiamo visto i
giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci
sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro".
14
Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte
grida; il popolo pianse tutta quella notte. Tutti gli
Israeliti mormoravano contro Mosè e contro Aronne e tutta la comunità
disse loro: "Oh! fossimo morti nel paese d'Egitto o fossimo morti
in questo deserto! E perché il Signore ci conduce in quel
paese per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri bambini saranno
preda. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?". Si
dissero l'un l'altro: "Diamoci un capo e torniamo in Egitto".
Allora Mosè e Aronne si prostrarono a terra dinanzi a
tutta la comunità riunita degli Israeliti. Giosuè figlio
di Nun e Caleb figlio di Iefunne, che erano fra coloro che avevano
esplorato il paese, si stracciarono le vesti e parlarono
così a tutta la comunità degli Israeliti: "Il paese che abbiamo
attraversato per esplorarlo è un paese molto buono. Se il
Signore ci è favorevole, ci introdurrà in quel paese e ce lo darà: è
un paese dove scorre latte e miele. Soltanto, non vi
ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo del paese; è pane
per noi e la loro difesa li ha abbandonati mentre il Signore è con noi;
non ne abbiate paura".
Allora tutta la comunità parlò di lapidarli; ma la
Gloria del Signore apparve sulla tenda del convegno a tutti gli
Israeliti. Il Signore disse a Mosè: "Fino a quando mi
disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo
tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro? Io lo
colpirò con la peste e lo distruggerò, ma farò di te una nazione più
grande e più potente di esso".
Mosè disse al Signore: "Ma gli Egiziani hanno
saputo che tu hai fatto uscire questo popolo con la tua potenza e
lo hanno detto agli abitanti di questo paese. Essi hanno udito che tu,
Signore, sei in mezzo a questo popolo, e ti mostri loro faccia a faccia,
che la tua nube si ferma sopra di loro e che cammini davanti a loro di
giorno in una colonna di nube e di notte in una colonna di fuoco. Ora
se fai perire questo popolo come un solo uomo, le nazioni che hanno
udito la tua fama, diranno: Siccome il Signore non è stato
in grado di far entrare questo popolo nel paese che aveva giurato di
dargli, li ha ammazzati nel deserto. Ora si mostri grande
la potenza del mio Signore, perché tu hai detto: Il
Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la
ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri
nei figli fino alla terza e alla quarta generazione. Perdona
l'iniquità di questo popolo, secondo la grandezza della tua bontà,
così come hai perdonato a questo popolo dall'Egitto fin qui".
Il Signore disse: "Io perdono come tu hai chiesto;
ma,
per la mia vita, com'è vero che tutta la terra sarà piena della gloria
del Signore, tutti quegli uomini che hanno visto la mia
gloria e i prodigi compiuti da me in Egitto e nel deserto e tuttavia mi
hanno messo alla prova già dieci volte e non hanno obbedito alla mia
voce, certo non vedranno il paese che ho giurato di dare ai
loro padri. Nessuno di quelli che mi hanno disprezzato lo vedrà; ma
il mio servo Caleb che è stato animato da un altro spirito e mi ha
seguito fedelmente io lo introdurrò nel paese dove è andato; la sua
stirpe lo possiederà. Gli Amaleciti e i Cananei abitano
nella valle; domani tornate indietro, incamminatevi verso il deserto,
per la via del Mare Rosso".
Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne: "Fino
a quando sopporterò io questa comunità malvagia che mormora contro di
me? Io ho udito le lamentele degli Israeliti contro di me. Riferisci
loro: Per la mia vita, dice il Signore, io vi farò quello che ho
sentito dire da voi. I vostri cadaveri cadranno in questo
deserto. Nessuno di voi, di quanti siete stati registrati dall'età di
venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà
entrare nel paese nel quale ho giurato di farvi abitare, se non Caleb,
figlio di Iefunne, e Giosuè figlio di Nun. I vostri
bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una preda di
guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno il paese che voi
avete disprezzato. Ma i vostri cadaveri cadranno in questo
deserto. I vostri figli saranno nòmadi nel deserto per
quarant'anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i
vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto. Secondo il
numero dei giorni che avete impiegato per esplorare il paese, quaranta
giorni, sconterete le vostre iniquità per quarant'anni, un anno per
ogni giorno e conoscerete la mia ostilità. Io, il Signore,
ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità malvagia che si è
riunita contro di me: in questo deserto saranno annientati e qui
moriranno".
Gli uomini che Mosè aveva mandati a esplorare il paese
e che, tornati, avevano fatto mormorare tutta la comunità contro di lui
diffondendo il discredito sul paese, quegli uomini che
avevano propagato cattive voci su quel paese, morirono colpiti da un
flagello, davanti al Signore. Ma di quelli che erano andati
a esplorare il paese rimasero vivi Giosuè, figlio di Nun, e Caleb,
figlio di Iefunne.
Mosè riferì quelle parole a tutti gli Israeliti; il
popolo ne fu molto turbato. La mattina si alzarono presto
per salire verso la cima del monte, dicendo: "Eccoci qua; noi
saliremo al luogo del quale il Signore ha detto che noi abbiamo
peccato". Ma Mosè disse: "Perché trasgredite
l'ordine del Signore? La cosa non vi riuscirà. Poiché il
Signore non è in mezzo a voi, non salite perché non siate sconfitti
dai vostri nemici! Perché di fronte a voi stanno gli
Amaleciti e i Cananei e voi cadrete di spada; perché avete abbandonato
il Signore, il Signore non sarà con voi". Si
ostinarono a salire verso la cima del monte, ma l'arca dell'alleanza del
Signore e Mosè non si mossero dall'accampamento. Allora
gli Amaleciti e i Cananei che abitavano su quel monte scesero, li
batterono e ne fecero strage fino a Corma.
15
Il Signore disse a Mosè: "Parla
agli Israeliti e riferisci loro: Quando sarete entrati nel
paese che dovrete abitare e che io vi dò e offrirete al
Signore un sacrificio consumato dal fuoco, olocausto o
sacrificio per soddisfare un voto, o per un'offerta
volontaria, o nelle vostre solennità, per fare un profumo
soave per il Signore con il vostro bestiame grosso o minuto,
colui che presenterà l'offerta al Signore, offrirà in
oblazione un decimo di efa di fior di farina intrisa
in un quarto di hin di olio. Farai una libazione di
un quarto di hin di vino oltre l'olocausto o
sacrificio per ogni agnello. Se è per un ariete, offrirai in
oblazione due decimi di efa di fior di farina con un
terzo di hin di olio e farai una libazione di un
terzo di hin di vino come offerta di odore soave in
onore del Signore. Se offri un giovenco in olocausto o in
sacrificio per soddisfare un voto o in sacrificio di
comunione al Signore, oltre il giovenco si offrirà, in
oblazione, tre decimi di efa di fior di farina
intrisa in mezzo hin di olio e farai una libazione di
un mezzo hin di vino; è un sacrificio consumato dal
fuoco, soave profumo per il Signore. Così si farà per ogni
bue, per ogni ariete, per ogni agnello o capretto. Qualunque
sia il numero degli animali che immolerete, farete così per
ciascuna vittima. Quanti sono nativi del paese faranno così,
quando offriranno un sacrificio consumato dal fuoco, soave
profumo per il Signore. Se uno straniero che soggiorna da
voi o chiunque dimorerà in mezzo a voi in futuro, offrirà un
sacrificio con il fuoco, soave profumo per il Signore, farà
come fate voi. Vi sarà una sola legge per tutta la comunità,
per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi;
sarà una legge perenne, di generazione in generazione; come
siete voi, così sarà lo straniero davanti al Signore. Ci
sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo
straniero che soggiorna presso di voi".
Il Signore disse ancora a Mosè:
"Parla agli Israeliti e riferisci loro. Quando sarete
arrivati nel paese dove io vi conduco e mangerete il pane di
quel paese, ne preleverete un'offerta da presentare al
Signore. Delle primizie della vostra madia, metterete da
parte una focaccia come offerta da elevare secondo il rito,
la preleverete come si preleva dall'aia l'offerta che si fa
con il rito di elevazione. Delle primizie della vostra madia
darete al Signore una parte come offerta che si fa
elevandola, di generazione in generazione.
Se avrete mancato per inavvertenza
e non avrete osservato tutti questi comandi che il Signore
ha dati a Mosè, quanto il Signore vi ha comandato per mezzo
di Mosè, dal giorno in cui il Signore vi ha dato comandi e
in seguito, nelle vostre successive generazioni, se il
peccato è stato commesso per inavvertenza da parte della
comunità, senza che la comunità se ne sia accorta, tutta la
comunità offrirà un giovenco come olocausto di soave profumo
per il Signore, con la sua oblazione e la sua libazione
secondo il rito, e un capro come sacrificio espiatorio. Il
sacerdote farà il rito espiatorio per tutta la comunità
degli Israeliti e sarà loro perdonato; infatti si tratta di
un peccato commesso per inavvertenza ed essi hanno portato
l'offerta, il sacrificio fatto in onore del Signore mediante
il fuoco e il loro sacrificio espiatorio davanti al Signore,
a causa della loro inavvertenza. Sarà perdonato a tutta la
comunità degli Israeliti e allo straniero che soggiorna in
mezzo a loro, perché tutto il popolo ha peccato per
inavvertenza. Se è una persona sola che ha peccato per
inavvertenza, offra una capra di un anno come sacrificio
espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio davanti al
Signore per la persona che avrà mancato commettendo un
peccato per inavvertenza; quando avrà fatto l'espiazione per
essa, le sarà perdonato. Si tratti di un nativo del paese
tra gli Israeliti o di uno straniero che soggiorna in mezzo
a voi, avrete un'unica legge per colui che pecca per
inavvertenza.
Ma la persona che agisce con
deliberazione, nativo del paese o straniero, insulta il
Signore; essa sarà eliminata dal suo popolo. Poiché ha
disprezzato la parola del Signore e ha violato il suo
comando, quella persona dovrà essere eliminata; porterà il
peso della sua colpa".
Mentre gli Israeliti erano nel
deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna in giorno
di sabato. Quelli che l'avevano trovato a raccogliere legna,
lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità. Lo
misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora
stabilito che cosa gli si dovesse fare. Il Signore disse a
Mosè: "Quell'uomo deve essere messo a morte; tutta la
comunità lo lapiderà fuori dell'accampamento". Tutta la
comunità lo condusse fuori dell'accampamento e lo lapidò;
quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a
Mosè.
Il Signore aggiunse a Mosè: "Parla
agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di generazione
in generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che
mettano al fiocco di ogni angolo un cordone di porpora
viola. Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete, vi
ricorderete di tutti i comandi del Signore per metterli in
pratica; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i
vostri occhi, seguendo i quali vi prostituite. Così vi
ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in pratica
e sarete santi per il vostro Dio. Io sono il Signore vostro
Dio, che vi ho fatti uscire dal paese di Egitto per essere
il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio".
16
Ora Core figlio di Izear, figlio di
Keat, figlio di Levi, e Datan e Abiram, figli di Eliab,
figlio di Pallu, figlio di Ruben, presero altra gente e
insorsero contro Mosè, con duecentocinquanta uomini tra gli
Israeliti, capi della comunità, membri del consiglio, uomini
stimati; radunatisi contro Mosè e contro Aronne, dissero
loro: "Basta! Tutta la comunità, tutti sono santi e il
Signore è in mezzo a loro; perché dunque vi innalzate sopra
l'assemblea del Signore?".
Quando Mosè ebbe udito questo, si
prostrò con la faccia a terra; poi disse a Core e a tutta la
gente che era con lui: "Domani mattina il Signore farà
conoscere chi è suo e chi è santo e se lo farà avvicinare:
farà avvicinare a sé colui che egli avrà scelto. Fate
questo: prendete gli incensieri tu e tutta la gente che è
con te; domani vi metterete il fuoco e porrete profumo
aromatico davanti al Signore; colui che il Signore avrà
scelto sarà santo. Basta, figli di Levi!". Mosè disse poi a
Core: "Ora ascoltate, figli di Levi! È forse poco per voi
che il Dio d'Israele vi abbia segregati dalla comunità
d'Israele e vi abbia fatti avvicinare a sé per prestare
servizio nella Dimora del Signore e per tenervi davanti alla
comunità, esercitando per essa il vostro ministero? Egli vi
ha fatti avvicinare a sé, te e tutti i tuoi fratelli figli
di Levi con te e ora pretendete anche il sacerdozio? Per
questo tu e tutta la gente che è con te siete convenuti
contro il Signore! E chi è Aronne perché vi mettiate a
mormorare contro di lui?".
Poi Mosè mandò a chiamare Datan e
Abiram, figli di Eliab; ma essi dissero: "Noi non verremo. È
forse poco per te l'averci fatti partire da un paese dove
scorre latte e miele per farci morire nel deserto, perché tu
voglia fare il nostro capo e dominare su di noi? Non ci hai
davvero condotti in un paese dove scorre latte e miele, né
ci hai dato il possesso di campi e di vigne! Credi tu di
poter privare degli occhi questa gente? Noi non verremo".
Allora Mosè si adirò molto e disse al Signore: "Non gradire
la loro oblazione; io non ho preso da costoro neppure un
asino e non ho fatto torto ad alcuno di loro".
Mosè disse a Core: "Tu e tutta la
tua gente trovatevi domani davanti al Signore: tu e loro con
Aronne; ciascuno di voi prenda l'incensiere, vi metta il
profumo aromatico e porti ciascuno il suo incensiere davanti
al Signore: duecentocinquanta incensieri. Anche tu e Aronne;
ciascuno prenda un incensiere". Essi dunque presero ciascuno
un incensiere, vi misero il fuoco, vi posero profumo
aromatico e si fermarono all'ingresso della tenda del
convegno; lo stesso fecero Mosè e Aronne. Core convocò tutta la comunità
presso Mosè e Aronne all'ingresso della tenda del convegno;
la gloria del Signore apparve a tutta la comunità.
Il
Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Allontanatevi da questa
comunità e io li consumerò in un istante". Ma essi,
prostratisi con la faccia a terra, dissero: "Dio, Dio degli
spiriti di ogni essere vivente! Un uomo solo ha peccato e ti
vorresti adirare contro tutta la comunità?".
Il Signore
disse a Mosè: "Parla alla comunità e ordinale: Ritiratevi
dalle vicinanze della dimora di Core, Datan e Abiram". Mosè si alzò e andò da Datan e da
Abiram; gli anziani di Israele lo seguirono. Egli disse alla
comunità: "Allontanatevi dalle tende di questi uomini empi e
non toccate nulla di ciò che è loro, perché non periate a
causa di tutti i loro peccati". Così quelli si ritirarono
dal luogo dove stavano Core, Datan e Abiram. Datan e Abiram
uscirono e si fermarono all'ingresso delle loro tende con le
mogli, i figli e i bambini.
Mosè disse: "Da questo saprete che
il Signore mi ha mandato per fare tutte queste opere e che
io non ho agito di mia iniziativa. Se questa gente muore
come muoiono tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte
comune a tutti gli uomini, il Signore non mi ha mandato; ma
se il Signore fa una cosa meravigliosa, se la terra spalanca
la bocca e li ingoia con quanto appartiene loro e se essi
scendono vivi agli inferi, allora saprete che questi uomini
hanno disprezzato il Signore". Come egli ebbe finito di
pronunciare tutte queste parole, il suolo si profondò sotto
i loro piedi, la terra spalancò la bocca e li inghiottì:
essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva
a Core e tutta la loro roba. Scesero vivi agli inferi essi e
quanto loro apparteneva; la terra li ricoprì ed essi
scomparvero dall'assemblea. Tutto Israele che era attorno ad
essi fuggì alle loro grida; perché dicevano: "La terra non
inghiottisca anche noi!".
Un fuoco uscì dalla presenza del
Signore e divorò i duecentocinquanta uomini, che offrivano
l'incenso.
17
Poi il Signore disse a Mosè: "Di' a
Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, di tirar fuori gli
incensieri dall'incendio e di disperdere qua e là il fuoco,
perché quelli sono sacri; degli incensieri di quegli uomini,
che hanno peccato al prezzo della loro vita, si facciano
tante lamine battute per rivestirne l'altare, poiché sono
stati presentati davanti al Signore e quindi sono sacri;
saranno un monito per gli Israeliti". Il sacerdote Eleazaro
prese gli incensieri di rame presentati dagli uomini che
erano stati arsi; furono ridotti in lamine per rivestirne
l'altare, perché servano da memoriale agli Israeliti: nessun
estraneo che non sia della discendenza di Aronne si accosti
a bruciare incenso davanti al Signore e abbia la sorte di
Core e di quelli che erano con lui. Eleazaro fece come il
Signore gli aveva ordinato per mezzo di Mosè.
Il giorno dopo tutta la comunità
degli Israeliti mormorò contro Mosè e Aronne dicendo: "Voi
avete fatto morire il popolo del Signore". Come la comunità
si radunava contro Mosè e contro Aronne, gli Israeliti si
volsero verso la tenda del convegno; ed ecco la nube la
ricoprì e apparve la gloria del Signore. Mosè e Aronne
vennero davanti alla tenda del convegno. Il Signore disse a
Mosè: "Allontanatevi da questa comunità e io li consumerò in
un istante". Ma essi si prostrarono con la faccia a terra.
Mosè disse ad Aronne: "Prendi l'incensiere, mettici il fuoco
preso dall'altare, ponici sopra l'incenso; portalo presto in
mezzo alla comunità e fa' il rito espiatorio per essi;
poiché l'ira del Signore è divampata, il flagello è già
cominciato". Aronne prese l'incensiere, come Mosè aveva
detto, corse in mezzo all'assemblea; ecco il flagello era
già cominciato in mezzo al popolo; mise l'incenso nel
braciere e fece il rito espiatorio per il popolo. Si fermò
tra i morti e i vivi e il flagello fu arrestato. Ora quelli
che morirono di quel flagello furono
quattordicimilasettecento, oltre quelli che morirono per il
fatto di Core. Aronne tornò da Mosè all'ingresso della tenda
del convegno: il flagello era stato fermato.
Poi il Signore disse a Mosè: "Parla
agli Israeliti e fatti dare da loro dei bastoni, uno per
ogni loro casato paterno: cioè dodici bastoni da parte di
tutti i loro capi secondo i loro casati paterni; scriverai
il nome di ognuno sul suo bastone, scriverai il nome di
Aronne sul bastone di Levi, poiché ci sarà un bastone per
ogni capo dei loro casati paterni. Riporrai quei bastoni
nella tenda del convegno, davanti alla testimonianza, dove
io sono solito darvi convegno. L'uomo che io avrò scelto
sarà quello il cui bastone fiorirà e così farò cessare
davanti a me le mormorazioni che gli Israeliti fanno contro
di voi".
Mosè parlò agli Israeliti e tutti i
loro capi gli diedero un bastone ciascuno, secondo i loro
casati paterni, cioè dodici bastoni; il bastone di Aronne
era in mezzo ai loro bastoni. Mosè ripose quei bastoni
davanti al Signore nella tenda della testimonianza. Il
giorno dopo, Mosè entrò nella tenda della testimonianza ed
ecco il bastone di Aronne per il casato di Levi era fiorito:
aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e
maturato mandorle. Allora Mosè tolse tutti i bastoni dalla
presenza del Signore e li portò a tutti gli Israeliti; essi
li videro e presero ciascuno il suo bastone.
Il Signore disse a Mosè: "Riporta
il bastone di Aronne davanti alla Testimonianza, perché sia
conservato come un monito per i ribelli e si ponga fine alle
loro mormorazioni contro di me ed essi non ne muoiano".
Mosè
fece come il Signore gli aveva comandato. Gli Israeliti dissero a Mosè:
"Ecco, moriamo, siamo perduti, siamo tutti perduti! Chiunque
si accosta alla Dimora del Signore muore; dovremo morire
tutti?".
18
Il Signore disse ad Aronne: "Tu, i
tuoi figli e la casa di tuo padre con te porterete il peso
delle iniquità commesse nel santuario; tu e i tuoi figli
porterete il peso delle iniquità commesse nell'esercizio del
vostro sacerdozio. Anche i tuoi fratelli, la tribù di Levi,
la tribù di tuo padre, farai accostare a te, perché ti siano
accanto e ti servano quando tu e i tuoi figli con te sarete
davanti alla tenda della testimonianza. Essi staranno al tuo
servizio e al servizio di tutta la tenda; soltanto non si
accosteranno agli arredi del santuario né all'altare, perché
non moriate gli uni e gli altri. Essi saranno accanto a te e
saranno addetti alla custodia della tenda del convegno per
tutto il servizio della tenda e nessun estraneo si accosterà
a voi. Voi sarete addetti alla custodia del santuario e
dell'altare, perché non vi sia più ira contro gli Israeliti.
Quanto a me, ecco, io ho preso i vostri fratelli, i leviti,
tra gli Israeliti; dati al Signore, essi sono rimessi in
dono a voi per prestare servizio nella tenda del convegno.
Tu e i tuoi figli con te eserciterete il vostro sacerdozio
per quanto riguarda l'altare ciò che è oltre il velo;
compirete il vostro ministero. Io vi dò l'esercizio del
sacerdozio come un dono; l'estraneo che si accosterà sarà
messo a morte".
Il Signore disse ancora ad Aronne:
"Ecco, io ti dò il diritto a tutte le cose consacrate dagli
Israeliti, cioè a quelle che mi sono offerte per elevazione:
io le dò a te e ai tuoi figli, come diritto della tua
unzione, per legge perenne. Questo ti apparterrà fra le cose
santissime, fra le loro offerte consumate dal fuoco: ogni
oblazione, ogni sacrificio espiatorio e ogni sacrificio di
riparazione che mi presenteranno; sono tutte cose santissime
che apparterranno a te e ai tuoi figli. Le mangerai in luogo
santissimo; ne mangerà ogni maschio; le tratterai come cose
sante. Questo ancora ti apparterrà: i doni che gli Israeliti
presenteranno con l'elevazione e tutte le loro offerte fatte
con il rito di agitazione; io le dò a te, ai tuoi figli e
alle tue figlie con te per legge perenne. Chiunque sarà
mondo in casa tua ne potrà mangiare. Ti dò anche tutte le
primizie che al Signore offriranno: il meglio dell'olio, il
meglio del mosto e del grano. Le primizie di quanto produrrà
la loro terra che essi presenteranno al Signore saranno tue.
Chiunque sarà mondo in casa tua ne potrà mangiare. Quanto
sarà consacrato per voto di sterminio in Israele sarà tuo.
Ogni essere che nasce per primo da ogni essere vivente,
offerto al Signore, così degli uomini come degli animali,
sarà tuo; però farai riscattare il primogenito dell'uomo e
farai anche riscattare il primo nato di un animale immondo.
Quanto al riscatto, li farai riscattare dall'età di un mese,
secondo la stima di cinque sicli d'argento, in base al siclo
del santuario, che è di venti ghera. Ma non farai
riscattare il primo nato della vacca, né il primo nato della
pecora, né il primo nato della capra; sono cosa sacra;
verserai il loro sangue sull'altare e brucerai le loro parti
grasse come sacrificio consumato dal fuoco, soave profumo
per il Signore. La loro carne sarà tua; sarà tua come il
petto dell'offerta che si fa con la agitazione rituale e
come la coscia destra. Io dò a te, ai tuoi figli e alle tue
figlie con te, per legge perenne, tutte le offerte di cose
sante che gli Israeliti presenteranno al Signore con il rito
dell'elevazione. È un'alleanza inviolabile, perenne, davanti
al Signore, per te e per la tua discendenza con te".
Il Signore disse ad Aronne: "Tu non
avrai alcun possesso nel loro paese e non ci sarà parte per
te in mezzo a loro; io sono la tua parte e il tuo possesso
in mezzo agli Israeliti. Ai figli di Levi io dò in possesso
tutte le decime in Israele per il servizio che fanno, il
servizio della tenda del convegno. Gli Israeliti non si
accosteranno più alla tenda del convegno per non caricarsi
di un peccato che li farebbe morire. Ma il servizio nella
tenda del convegno lo faranno soltanto i leviti; essi
porteranno il peso della loro responsabilità; sarà una legge
perenne, di generazione in generazione; non possiederanno
nulla tra gli Israeliti; poiché io dò in possesso ai leviti
le decime che gli Israeliti presenteranno al Signore come
offerta fatta con il rito di elevazione; per questo dico di
loro: Non possiederanno nulla tra gli Israeliti".
Il Signore disse a Mosè: "Parlerai
inoltre ai leviti e dirai loro: Quando riceverete dagli
Israeliti le decime che io vi dò per conto loro in vostro
possesso, ne preleverete un'offerta secondo la rituale
elevazione da fare al Signore: una decima della decima;
l'offerta che avrete prelevata vi sarà calcolata come il
grano che viene dall'aia e come il mosto che esce dal
torchio. Così anche voi preleverete un'offerta per il
Signore da tutte le decime che riceverete dagli Israeliti e
darete al sacerdote Aronne l'offerta che avrete prelevato
per il Signore. Da tutte le cose che vi saranno concesse
preleverete tutte le offerte per il Signore; di tutto ciò
che vi sarà di meglio preleverete quel tanto che è da
consacrare. Dirai loro: Quando ne avrete prelevato il
meglio, quel che rimane sarà calcolato come il provento
dell'aia e come il provento del torchio. Lo potrete mangiare
in qualunque luogo, voi e le vostre famiglie, perché è il
vostro salario in cambio del vostro servizio nella tenda del
convegno. Così non sarete rei di alcun peccato, perché ne
avrete messa da parte la parte migliore; non profanerete le
cose sante degli Israeliti; così non morirete".
19
Il Signore disse ancora a Mosè e ad
Aronne: "Questa è una disposizione della legge che il
Signore ha prescritta: Ordina agli Israeliti che ti portino
una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, e che non
abbia mai portato il giogo. La darete al sacerdote Eleazaro,
che la condurrà fuori del campo e la farà immolare in sua
presenza. Il sacerdote Eleazaro prenderà con il dito il
sangue della giovenca e ne farà sette volte l'aspersione
davanti alla tenda del convegno; poi si brucerà la giovenca
sotto i suoi occhi; se ne brucerà la pelle, la carne e il
sangue con gli escrementi. Il sacerdote prenderà legno di
cedro, issòpo, colore scarlatto e getterà tutto nel fuoco
che consuma la giovenca. Poi il sacerdote laverà le sue
vesti e farà un bagno al suo corpo nell'acqua; quindi
rientrerà nel campo e il sacerdote rimarrà in stato
d'immondezza fino alla sera. Colui che avrà bruciato la
giovenca si laverà le vesti nell'acqua, farà un bagno al suo
corpo nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Un uomo
mondo raccoglierà le ceneri della giovenca e le depositerà
fuori del campo in luogo mondo, dove saranno conservate per
la comunità degli Israeliti per l'acqua di purificazione: è
un rito espiatorio. Colui che avrà raccolto le ceneri della
giovenca si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera.
Questa sarà una legge perenne per gli Israeliti e per lo
straniero che soggiornerà presso di loro.
Chi avrà toccato un cadavere umano
sarà immondo per sette giorni. Quando uno si sarà purificato
con quell'acqua il terzo e il settimo giorno, sarà mondo; ma
se non si purifica il terzo e il settimo giorno, non sarà
mondo. Chiunque avrà toccato un cadavere, cioè il corpo di
una persona umana morta, e non si sarà purificato, avrà
profanato la Dimora del Signore e sarà sterminato da
Israele. Siccome l'acqua di purificazione non è stata
spruzzata su di lui, egli è in stato di immondezza; ha
ancora addosso l'immondezza.
Questa è la legge per quando un
uomo muore in una tenda: chiunque entrerà nella tenda e
chiunque sarà nella tenda sarà immondo per sette giorni.
Ogni vaso scoperto, sul quale non sia un coperchio o una
legatura, sarà immondo. Chiunque per i campi avrà toccato un
uomo ucciso di spada o morto di morte naturale o un osso
d'uomo o un sepolcro sarà immondo per sette giorni.
Per colui che sarà divenuto immondo
si prenderà la cenere della vittima bruciata per
l'espiazione e vi si verserà sopra l'acqua viva, in un vaso;
poi un uomo mondo prenderà issòpo, lo intingerà nell'acqua e
ne spruzzerà la tenda, tutti gli arredi e tutte le persone
che vi stanno e colui che ha toccato l'osso o l'ucciso o chi
è morto di morte naturale o il sepolcro. L'uomo mondo
spruzzerà l'immondo il terzo giorno e il settimo giorno e lo
purificherà il settimo giorno; poi colui che è stato immondo
si sciacquerà le vesti, si laverà con l'acqua e diventerà
mondo alla sera. Ma colui che, divenuto immondo, non si
purificherà, sarà eliminato dalla comunità, perché ha
contaminato il santuario del Signore e l'acqua della
purificazione non è stata spruzzata su di lui; è immondo.
Sarà per loro una legge perenne. Colui che avrà spruzzato
l'acqua di purificazione si laverà le vesti; chi avrà
toccato l'acqua di purificazione sarà immondo fino alla
sera. Quanto l'immondo avrà toccato sarà immondo; chi lo
avrà toccato sarà immondo fino alla sera".
20
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Ora tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto
di Sin il primo mese e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu
sepolta Maria.
Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento
contro Mosè e contro Aronne. Il popolo ebbe una lite con
Mosè, dicendo: "Magari fossimo morti quando morirono i nostri
fratelli davanti al Signore! Perché avete condotto la
comunità del Signore in questo deserto per far morire noi e il nostro
bestiame? E perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per
condurci in questo luogo inospitale? Non è un luogo dove si possa
seminare, non ci sono fichi, non vigne, non melograni e non c'è acqua
da bere".
Allora Mosè e Aronne si allontanarono dalla comunità
per recarsi all'ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la
faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro.
Il
Signore disse a Mosè: "Prendi il bastone e tu e tuo
fratello Aronne convocate la comunità e alla loro presenza parlate a
quella roccia, ed essa farà uscire l'acqua; tu farai sgorgare per loro
l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo
bestiame". Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore,
come il Signore gli aveva ordinato. Mosè e Aronne
convocarono la comunità davanti alla roccia e Mosè disse loro:
"Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa
roccia?". Mosè alzò la mano, percosse la roccia con
il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la
comunità e tutto il bestiame.
Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Poiché
non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli
occhi degli Israeliti, voi non introdurrete questa comunità nel paese
che io le dò". Queste sono le acque di Mèriba, dove
gli Israeliti contesero con il Signore e dove Egli si dimostrò santo in
mezzo a loro.
Mosè mandò da Kades messaggeri al re di Edom per
dirgli: "Dice Israele tuo fratello: Tu sai tutte le tribolazioni
che ci sono avvenute: come i nostri padri scesero in Egitto
e noi in Egitto dimorammo per lungo tempo e gli Egiziani maltrattarono
noi e i nostri padri. Noi gridammo al Signore ed egli udì
la nostra voce e mandò un angelo e ci fece uscire dall'Egitto; eccoci
ora in Kades, che è città ai tuoi estremi confini. Permettici
di passare per il tuo paese; non passeremo né per campi, né per vigne
e non berremo l'acqua dei pozzi; seguiremo la via Regia, senza deviare
né a destra né a sinistra, finché avremo oltrepassati i tuoi
confini". Ma Edom gli rispose: "Tu non passerai
sul mio territorio; altrimenti uscirò contro di te con la spada". Gli
Israeliti gli dissero: "Passeremo per la strada maestra; se noi e
il nostro bestiame berremo la tua acqua, te la pagheremo; lasciaci
soltanto transitare a piedi". Ma quegli rispose:
"Non passerai!". Edom mosse contro Israele con molta gente e
con mano potente. Così Edom rifiutò a Israele il transito
per i suoi confini e Israele si allontanò da lui.
Tutta la comunità degli Israeliti levò l'accampamento
da Kades e arrivò al monte Cor. Il Signore disse a Mosè e
ad Aronne al monte Cor, sui confini del paese di Edom: "Aronne
sta per essere riunito ai suoi antenati e non entrerà nel paese che ho
dato agli Israeliti, perché siete stati ribelli al mio comandamento
alle acque di Mèriba. Prendi Aronne e suo figlio Eleazaro
e falli salire sul monte Cor. Spoglia Aronne delle sue
vesti e falle indossare a suo figlio Eleazaro; in quel luogo Aronne
sarà riunito ai suoi antenati e morirà". Mosè fece
come il Signore aveva ordinato ed essi salirono sul monte Cor, in vista
di tutta la comunità. Mosè spogliò Aronne delle sue
vesti e le fece indossare a Eleazaro suo figlio; Aronne morì in quel
luogo sulla cima del monte. Poi Mosè ed Eleazaro scesero dal monte. Quando
tutta la comunità vide che Aronne era morto, tutta la casa d'Israele lo
pianse per trenta giorni.
21
Il re cananeo di Arad, che abitava il Negheb, appena
seppe che Israele veniva per la via di Atarim, attaccò battaglia contro
Israele e fece alcuni prigionieri. Allora Israele fece un
voto al Signore e disse: "Se tu mi metti nelle mani questo popolo,
le loro città saranno da me votate allo sterminio". Il
Signore ascoltò la voce di Israele e gli mise nelle mani i Cananei;
Israele votò allo sterminio i Cananei e le loro città e quel luogo fu
chiamato Corma.
Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi
verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non
sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro
Mosè: "Perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per farci morire
in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo
nauseati di questo cibo così leggero".
Allora il
Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la
gente e un gran numero d'Israeliti morì. Allora il popolo
venne a Mosè e disse: "Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato
contro il Signore e contro di te; prega il Signore che allontani da noi
questi serpenti". Mosè pregò per il popolo. Il
Signore disse a Mosè: "Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta;
chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita".
Mosè
allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l'asta; quando un
serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame,
restava in vita.
Poi gli Israeliti partirono e si accamparono a
Obot; partiti
da Obot si accamparono a Iie-Abarim nel deserto che sta di fronte a Moab
dal lato dove sorge il sole. Di là partirono e si
accamparono nella valle di Zered. Poi di lì si mossero e
si accamparono sull'altra riva dell'Arnon, che scorre nel deserto e
proviene dai confini degli Amorrei; l'Arnon infatti è il confine di
Moab fra Moab e gli Amorrei. Per questo si dice nel libro
delle Guerre del Signore:
"Vaeb in Sufa e i torrenti,
l'Arnon e il pendio dei torrenti,
che declina verso la sede di Ar
e si appoggia alla frontiera di Moab".
Di là andarono a Beer. Questo è il pozzo di cui il
Signore disse a Mosè: "Raduna il popolo e io gli darò
l'acqua". Allora Israele cantò questo canto:
"Sgorga, o pozzo: cantatelo!
Pozzo che i principi hanno scavato,
che i nobili del popolo hanno perforato
con lo scettro, con i loro bastoni".
Poi dal deserto andarono a Mattana, da Mattana a
Nacaliel, da Nacaliel a Bamot e da Bamot alla valle che si
trova nelle steppe di Moab presso la cima del Pisga, che è di fronte al
deserto.
Israele mandò ambasciatori a Sicon, re degli Amorrei,
per dirgli: "Lasciami passare per il tuo paese; noi
non devieremo per i campi, né per le vigne, non berremo l'acqua dei
pozzi; seguiremo la via Regia finché abbiamo oltrepassato i tuoi
confini". Ma Sicon non permise a Israele di passare
per i suoi confini; anzi radunò tutta la sua gente e uscì contro
Israele nel deserto; giunse a Iaaz e diede battaglia a Israele. Israele
lo sconfisse, passandolo a fil di spada, e conquistò il suo paese
dall'Arnon fino allo Iabbok, estendendosi fino alla regione degli
Ammoniti, perché la frontiera degli Ammoniti era forte.
Israele prese tutte quelle città e abitò in tutte le
città degli Amorrei, cioè in Chesbon e in tutte le città del suo
territorio; Chesbon infatti era la città di Sicon, re
degli Amorrei, il quale aveva mosso guerra al precedente re di Moab e
gli aveva tolto tutto il suo paese fino all'Arnon. Per
questo dicono i poeti:
"Entrate in Chesbon!
Ben costruita e fondata
è la città di Sicon!
Perché un fuoco uscì da Chesbon,
una fiamma dalla città di Sicon
divorò Ar-Moab,
inghiottì le alture dell'Arnon.
Guai a te, Moab,
sei perduto, popolo di Camos!
Egli ha reso fuggiaschi i suoi figli
e le sue figlie ha dato in schiavitù
al re degli Amorrei Sicon.
Ma noi li abbiamo trafitti!
È rovinata Chesbon fino a Dibon.
Abbiamo devastato fino a Nofach
che è presso Madaba".
Israele si stabilì dunque nel paese degli Amorrei. Poi
Mosè mandò a esplorare Iazer e gli Israeliti presero le città del suo
territorio e ne cacciarono gli Amorrei che vi si trovavano.
Poi mutarono direzione e salirono lungo la strada verso
Basan. Og, re di Basan, uscì contro di loro con tutta la sua gente per
dar loro battaglia a Edrei. Ma il Signore disse a Mosè:
"Non lo temere, perché io te lo dò in potere, lui, tutta la sua
gente e il suo paese; trattalo come hai trattato Sicon, re degli
Amorrei, che abitava a Chesbon". Gli Israeliti
batterono lui, con i suoi figli e con tutto il suo popolo, così che non
gli rimase più superstite alcuno, e si impadronirono del suo paese.
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