Parte quarta

 

Salmo settantaseiesimo

Di Asaf. 
Dio è conosciuto in Giuda,
in Israele è grande il suo nome.
È in Gerusalemme la sua dimora,
la sua abitazione, in Sion.
Qui spezzò le saette dell'arco,
lo scudo, la spada, la guerra.

Splendido tu sei, o Potente,
sui monti della preda;
furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno,
nessun prode ritrovava la sua mano.
Dio di Giacobbe, alla tua minaccia,
si arrestarono carri e cavalli.

Tu sei terribile; chi ti resiste
quando si scatena la tua ira?
Dal cielo fai udire la sentenza:
sbigottita la terra tace
quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti gli umili della terra.

L'uomo colpito dal tuo furore ti dà gloria,
gli scampati dall'ira ti fanno festa.
Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
a lui che toglie il respiro ai potenti;
è terribile per i re della terra.

Salmo settantasettesimo

Di Asaf.
La mia voce sale a Dio e grido aiuto;
la mia voce sale a Dio, finché mi ascolti.
Nel giorno dell'angoscia io cerco il Signore,
tutta la notte la mia mano è tesa e non si stanca;
io rifiuto ogni conforto.
Mi ricordo di Dio e gemo,
medito e viene meno il mio spirito.

Tu trattieni dal sonno i miei occhi,
sono turbato e senza parole.
Ripenso ai giorni passati,
ricordo gli anni lontani.
Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:
rifletto e il mio spirito si va interrogando.

Forse Dio ci respingerà per sempre,
non sarà più benevolo con noi?
È forse cessato per sempre il suo amore,
è finita la sua promessa per sempre?
Può Dio aver dimenticato la misericordia,
aver chiuso nell'ira il suo cuore?

E ho detto: "Questo è il mio tormento:
è mutata la destra dell'Altissimo".
Ricordo le gesta del Signore,
ricordo le tue meraviglie di un tempo.
Mi vado ripetendo le tue opere,
considero tutte le tue gesta.

O Dio, santa è la tua via;
quale dio è grande come il nostro Dio?
Tu sei il Dio che opera meraviglie,
manifesti la tua forza fra le genti.
È il tuo braccio che ha salvato il tuo popolo,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe.

Ti videro le acque, Dio,
ti videro e ne furono sconvolte;
sussultarono anche gli abissi.
Le nubi rovesciarono acqua,
scoppiò il tuono nel cielo;
le tue saette guizzarono.
Il fragore dei tuoi tuoni nel turbine,
i tuoi fulmini rischiararono il mondo,
la terra tremò e fu scossa.

Sul mare passava la tua via

Sul mare passava la tua via,
i tuoi sentieri sulle grandi acque
e le tue orme rimasero invisibili.
Guidasti come gregge il tuo popolo
per mano di Mosè e di Aronne.

Salmo settantottesimo

Di Asaf.

Popolo mio, porgi l'orecchio al mio insegnamento,
ascolta le parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca in parabole,
rievocherò gli arcani dei tempi antichi.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
non lo terremo nascosto ai loro figli;
diremo alla generazione futura
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.

Ha stabilito una testimonianza in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele:
ha comandato ai nostri padri
di farle conoscere ai loro figli,
perché le sappia la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
I figli di Èfraim, valenti tiratori d'arco,
voltarono le spalle nel giorno della lotta.

Non osservarono l'alleanza di Dio,
rifiutando di seguire la sua legge.
Dimenticarono le sue opere,
le meraviglie che aveva loro mostrato.
Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri,
nel paese d'Egitto, nei campi di Tanis.
Divise il mare e li fece passare
e fermò le acque come un argine.
Li guidò con una nube di giorno
e tutta la notte con un bagliore di fuoco.
Spaccò le rocce nel deserto
e diede loro da bere come dal grande abisso.
Fece sgorgare ruscelli dalla rupe
e scorrere l'acqua a torrenti.

Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo nel deserto.
Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per le loro brame;
mormorarono contro Dio
dicendo: "Potrà forse Dio
preparare una mensa nel deserto?".
Ecco, egli percosse la rupe e ne scaturì acqua,
e strariparono torrenti.
"Potrà forse dare anche pane
o preparare carne al suo popolo?".
All'udirli il Signore ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e l'ira esplose contro Israele,
perché non ebbero fede in Dio
né speranza nella sua salvezza.

Comandò alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di essi la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
l'uomo mangiò il pane degli angeli,
diede loro cibo in abbondanza.
Scatenò nel cielo il vento d'oriente,
fece spirare l'australe con potenza;
su di essi fece piovere la carne come polvere
e gli uccelli come sabbia del mare;
caddero in mezzo ai loro accampamenti,
tutto intorno alle loro tende.
Mangiarono e furono ben sazi,
li soddisfece nel loro desiderio.
La loro avidità non era ancora saziata,
avevano ancora il cibo in bocca,
quando l'ira di Dio si alzò contro di essi,
facendo strage dei più vigorosi
e abbattendo i migliori d'Israele.

Con tutto questo continuarono a peccare
e non credettero ai suoi prodigi.
Allora dissipò come un soffio i loro giorni
e i loro anni con strage repentina.
Quando li faceva perire, lo cercavano,
ritornavano e ancora si volgevano a Dio;
ricordavano che Dio è loro rupe,
e Dio, l'Altissimo, il loro salvatore;
lo lusingavano con la bocca
e gli mentivano con la lingua;
il loro cuore non era sincero con lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
Ed egli, pietoso, perdonava la colpa,
li perdonava invece di distruggerli.
Molte volte placò la sua ira
e trattenne il suo furore,
ricordando che essi sono carne,
un soffio che va e non ritorna.
Quante volte si ribellarono a lui nel deserto,
lo contristarono in quelle solitudini!
Sempre di nuovo tentavano Dio,
esasperavano il Santo di Israele.
Non si ricordavano più della sua mano,
del giorno che li aveva liberati dall'oppressore,

Egli mutò in sangue i loro fiumi

quando operò in Egitto i suoi prodigi,
i suoi portenti nei campi di Tanis.
Egli mutò in sangue i loro fiumi
e i loro ruscelli, perché non bevessero.
Mandò tafàni a divorarli
e rane a molestarli.
Diede ai bruchi il loro raccolto,
alle locuste la loro fatica.
Distrusse con la grandine le loro vigne,
i loro sicomori con la brina.
Consegnò alla grandine il loro bestiame,
ai fulmini i loro greggi.

Scatenò contro di essi la sua ira ardente,
la collera, lo sdegno, la tribolazione,
e inviò messaggeri di sventure.
Diede sfogo alla sua ira:
non li risparmiò dalla morte
e diede in preda alla peste la loro vita.
Colpì ogni primogenito in Egitto,
nelle tende di Cam la primizia del loro vigore.

Fece partire come gregge il suo popolo
e li guidò come branchi nel deserto.
Li condusse sicuri e senza paura
e i loro nemici li sommerse il mare.
Li fece salire al suo luogo santo,
al monte conquistato dalla sua destra.
Scacciò davanti a loro i popoli
e sulla loro eredità gettò la sorte,
facendo dimorare nelle loro tende le tribù di Israele.

Ma ancora lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
non obbedirono ai suoi comandi.
Sviati, lo tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
Lo provocarono con le loro alture
e con i loro idoli lo resero geloso.

Lo provocarono con le loro alture e con i loro idoli lo resero geloso.

Dio, all'udire, ne fu irritato
e respinse duramente Israele.
Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini.
Consegnò in schiavitù la sua forza,
la sua gloria in potere del nemico.
Diede il suo popolo in preda alla spada
e contro la sua eredità si accese d'ira.
Il fuoco divorò il fiore dei suoi giovani,
le sue vergini non ebbero canti nuziali.
I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero lamento.

Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un prode assopito dal vino.
Colpì alle spalle i suoi nemici,
inflisse loro una vergogna eterna.
Ripudiò le tende di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim;
ma elesse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
Costruì il suo tempio alto come il cielo
e come la terra stabile per sempre.
Egli scelse Davide suo servo
e lo trasse dagli ovili delle pecore.
Lo chiamò dal seguito delle pecore madri
per pascere Giacobbe suo popolo,
la sua eredità Israele.
Fu per loro pastore dal cuore integro
e li guidò con mano sapiente.

Salmo settantanovesimo

Di Asaf.

O Dio, nella tua eredità sono entrate le nazioni,
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto in macerie Gerusalemme.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli
agli animali selvaggi.
Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme, e nessuno seppelliva.
Siamo divenuti l'obbrobrio dei nostri vicini,
scherno e ludibrio di chi ci sta intorno.

Fino a quando, Signore, sarai adirato: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?
Riversa il tuo sdegno sui popoli che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,
perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.

Non imputare a noi le colpe dei nostri padri,
presto ci venga incontro la tua misericordia,
poiché siamo troppo infelici.
Aiutaci, Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome,
salvaci e perdona i nostri peccati
per amore del tuo nome.

Perché i popoli dovrebbero dire:
"Dov'è il loro Dio?".
Si conosca tra i popoli, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue dei tuoi servi.
Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la potenza della tua mano
salva i votati alla morte.
Fa' ricadere sui nostri vicini sette volte
l'affronto con cui ti hanno insultato, Signore.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di età in età proclameremo la tua lode.

Salmo ottantesimo

Di Asaf.
Tu, pastore d'Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Assiso sui cherubini rifulgi
davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni in nostro soccorso.

Rialzaci, Signore, nostro Dio,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?

Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini,
e i nostri nemici ridono di noi.

Rialzaci, Dio degli eserciti,
fa' risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Hai divelto una vite dall'Egitto,
per trapiantarla hai espulso i popoli.
Le hai preparato il terreno,
hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.
La sua ombra copriva le montagne
e i suoi rami i più alti cedri.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.

Perché hai abbattuto la sua cinta
e ogni viandante ne fa vendemmia?
La devasta il cinghiale del bosco
e se ne pasce l'animale selvatico.

Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.
Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero,
periranno alla minaccia del tuo volto.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te più non ci allontaneremo,
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.

Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Salmo ottantunesimo

Di Asaf.

Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate al Dio di Giacobbe.
Intonate il canto e suonate il timpano,
la cetra melodiosa con l'arpa.
Suonate la tromba
nel plenilunio, nostro giorno di festa.

Questa è una legge per Israele,
un decreto del Dio di Giacobbe.
Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe,
quando usciva dal paese d'Egitto.
Un linguaggio mai inteso io sento:

"Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell'angoscia
e io ti ho liberato,
avvolto nella nube ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.

Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;
Israele, se tu mi ascoltassi!
Non ci sia in mezzo a te un altro dio
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto;
apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito.
L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore,
che seguisse il proprio consiglio.

Se il mio popolo mi ascoltasse,
se Israele camminasse per le mie vie!
Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
li nutrirei con fiore di frumento,
li sazierei con miele di roccia".

Salmo ottantaduesimo

Di Asaf.

Dio si alza nell'assemblea divina,
giudica in mezzo agli dèi.

"Fino a quando giudicherete iniquamente
e sosterrete la parte degli empi?
Difendete il debole e l'orfano,
al misero e al povero fate giustizia.
Salvate il debole e l'indigente,
liberatelo dalla mano degli empi".

Non capiscono, non vogliono intendere,
avanzano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.
Io ho detto: "Voi siete dèi,
siete tutti figli dell'Altissimo".

Eppure morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti.

Sorgi, Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti.

Salmo ottantatreesimo

Di Asaf.
Dio, non darti riposo,
non restare muto e inerte, o Dio.

Vedi: i tuoi avversari fremono
e i tuoi nemici alzano la testa.
Contro il tuo popolo ordiscono trame
e congiurano contro i tuoi protetti.
Hanno detto: "Venite, cancelliamoli come popolo
e più non si ricordi il nome di Israele".

Hanno tramato insieme concordi,
contro di te hanno concluso un'alleanza;
le tende di Edom e gli Ismaeliti,
Moab e gli Agareni,
Gebal, Ammon e Amalek
la Palestina con gli abitanti di Tiro.
Anche Assur è loro alleato
e ai figli di Lot presta man forte.

Trattali come Madian e Sisara,
come Iabin al torrente di Kison:
essi furono distrutti a Endor,
diventarono concime per la terra.
Rendi i loro principi come Oreb e Zeb,
e come Zebee e Sàlmana tutti i loro capi;
essi dicevano:
"I pascoli di Dio conquistiamoli per noi".

Mio Dio, rendili come turbine,
come pula dispersa dal vento.
Come il fuoco che brucia il bosco
e come la fiamma che divora i monti,
così tu inseguili con la tua bufera
e sconvolgili con il tuo uragano.

Copri di vergogna i loro volti
perché cerchino il tuo nome, Signore.
Restino confusi e turbati per sempre,
siano umiliati, periscano;
sappiano che tu hai nome "Signore",
tu solo sei l'Altissimo su tutta la terra.

Salmo ottantaquattresimo

Dei figli di Core. 
Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L'anima mia languisce
e brama gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova la casa,
la rondine il nido,
dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.

Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.

Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente,
anche la prima pioggia
l'ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe.
Vedi, Dio, nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Per me un giorno nei tuoi atri
è più che mille altrove,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende degli empi.

Poiché sole e scudo è il Signore Dio;
il Signore concede grazia e gloria,
non rifiuta il bene
a chi cammina con rettitudine.
Signore degli eserciti,
beato l'uomo che in te confida.

Salmo ottantacinquesimo

Dei figli di Core.
Signore, sei stato buono con la tua terra,
hai ricondotto i deportati di Giacobbe.
Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo,
hai cancellato tutti i suoi peccati.
Hai deposto tutto il tuo sdegno
e messo fine alla tua grande ira.

Rialzaci, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
Forse per sempre sarai adirato con noi,
di età in età estenderai il tuo sdegno?
Non tornerai tu forse a darci vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.

La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra.


La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.

Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.

Salmo ottantaseiesimo

Di Davide.

Signore, tendi l'orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e infelice.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, innalzo l'anima mia.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca.

Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica.
Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido
e tu mi esaudirai.

Fra gli dèi nessuno è come te, Signore,
e non c'è nulla che uguagli le tue opere.
Tutti i popoli che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, o Signore,
per dare gloria al tuo nome;
grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome.
Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome sempre,
perché grande con me è la tua misericordia:
dal profondo degli inferi mi hai strappato.

Mio Dio, mi assalgono gli arroganti,
una schiera di violenti attenta alla mia vita,
non pongono te davanti ai loro occhi.
Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole,
lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me e abbi misericordia:
dona al tuo servo la tua forza,
salva il figlio della tua ancella.

Dammi un segno di benevolenza;
vedano e siano confusi i miei nemici,
perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato.

Salmo ottantasettesimo

Dei figli di Core. 

Le sue fondamenta sono sui monti santi;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose stupende,
città di Dio.
Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono;
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia:
tutti là sono nati.
Si dirà di Sion: "L'uno e l'altro è nato in essa
e l'Altissimo la tiene salda".

Il Signore scriverà nel libro dei popoli:
"Là costui è nato".
E danzando canteranno:
"Sono in te tutte le mie sorgenti".

Salmo ottantottesimo

Dei figli di Core.
Di Eman l'Ezraita.

Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio al mio lamento.

Io sono colmo di sventure,
la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa,
sono come un morto ormai privo di forza.
È tra i morti il mio giaciglio,
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo
e che la tua mano ha abbandonato.

Mi hai gettato nella fossa profonda,
nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Pesa su di me il tuo sdegno
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.

Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo;
si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.

Compi forse prodigi per i morti?
O sorgono le ombre a darti lode?
Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi,
la tua giustizia nel paese dell'oblio?

Ma io a te, Signore, grido aiuto,
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi,
perché mi nascondi il tuo volto?
Sono infelice e morente dall'infanzia,
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
Sopra di me è passata la tua ira,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi sono compagne solo le tenebre.

Salmo ottantanovesimo

Di Etan l'Ezraita.
Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
perché hai detto: "La mia grazia rimane per sempre";
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli".

I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.

Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.

Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
È potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.

Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.

Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
"Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.

Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.

Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.

Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo".

Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.

Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.

Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?

Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.

Salmo novantesimo

Di Mosè, uomo di Dio.

Signore, tu sei stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, Dio.

Tu fai ritornare l'uomo in polvere
e dici: "Ritornate, figli dell'uomo".
Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Li annienti: li sommergi nel sonno;
sono come l'erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia,
alla sera è falciata e dissecca.

Perché siamo distrutti dalla tua ira,
siamo atterriti dal tuo furore.
Davanti a te poni le nostre colpe,
i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.

Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira,
finiamo i nostri anni come un soffio.
Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore;
passano presto e noi ci dileguiamo.
Chi conosce l'impeto della tua ira,
tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni di afflizione,
per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e la tua gloria ai loro figli.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e la tua gloria ai loro figli.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rafforza.

Salmo novantunesimo

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo
e dimori all'ombra dell'Onnipotente,
di' al Signore: "Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio, in cui confido".

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne
sotto le sue ali troverai rifugio.
La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza;
non temerai i terrori della notte
né la freccia che vola di giorno,
la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra;
ma nulla ti potrà colpire.
Solo che tu guardi, con i tuoi occhi
vedrai il castigo degli empi.
Poiché tuo rifugio è il Signore
e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora,
non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutti i tuoi passi.
Sulle loro mani ti porteranno
perché non inciampi nella pietra il tuo piede.
Camminerai su aspidi e vipere,
schiaccerai leoni e draghi.

Lo salverò, perché a me si è affidato;
lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e gli darò risposta;
presso di lui sarò nella sventura,
lo salverò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli mostrerò la mia salvezza.

Salmo novantaduesimo

Per il giorno del sabato.

È bello dar lode al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunziare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
sull'arpa a dieci corde e sulla lira,
con canti sulla cetra.
Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie,
esulto per l'opera delle tue mani.

Come sono grandi le tue opere, Signore,
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non intende
e lo stolto non capisce:
se i peccatori germogliano come l'erba
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna:
ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.

Ecco, i tuoi nemici, o Signore,
ecco, i tuoi nemici periranno,
saranno dispersi tutti i malfattori.
Tu mi doni la forza di un bùfalo,
mi cospargi di olio splendente.
I miei occhi disprezzeranno i miei nemici,
e contro gli iniqui che mi assalgono
i miei orecchi udranno cose infauste.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore:
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.

 Salmo novantatreesimo

Il Signore regna, si ammanta di splendore;
il Signore si riveste, si cinge di forza;
rende saldo il mondo, non sarà mai scosso.
Saldo è il tuo trono fin dal principio,
da sempre tu sei.

Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze.

Alzano i fiumi, Signore,
alzano i fiumi la loro voce,
alzano i fiumi il loro fragore.
Ma più potente delle voci di grandi acque,
più potente dei flutti del mare,
potente nell'alto è il Signore.
Degni di fede sono i tuoi insegnamenti,
la santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Salmo novantaquattresimo

Dio che fai giustizia, o Signore,
Dio che fai giustizia: mostrati!
Alzati, giudice della terra,
rendi la ricompensa ai superbi.
Fino a quando gli empi, Signore,
fino a quando gli empi trionferanno?
Sparleranno, diranno insolenze,
si vanteranno tutti i malfattori?

Signore, calpestano il tuo popolo,
opprimono la tua eredità.
Uccidono la vedova e il forestiero,
danno la morte agli orfani.
Dicono: "Il Signore non vede,
il Dio di Giacobbe non se ne cura".

Comprendete, insensati tra il popolo,
stolti, quando diventerete saggi?
Chi ha formato l'orecchio, forse non sente?
Chi ha plasmato l'occhio, forse non guarda?
Chi regge i popoli forse non castiga,
lui che insegna all'uomo il sapere?
Il Signore conosce i pensieri dell'uomo:
non sono che un soffio.

Beato l'uomo che tu istruisci, Signore,
e che ammaestri nella tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura,
finché all'empio sia scavata la fossa.
Perché il Signore non respinge il suo popolo,
la sua eredità non la può abbandonare,
ma il giudizio si volgerà a giustizia,
la seguiranno tutti i retti di cuore.

Chi sorgerà per me contro i malvagi?
Chi starà con me contro i malfattori?
Se il Signore non fosse il mio aiuto,
in breve io abiterei nel regno del silenzio.
Quando dicevo: "Il mio piede vacilla",
la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto.
Quand'ero oppresso dall'angoscia,
il tuo conforto mi ha consolato.

Può essere tuo alleato un tribunale iniquo,
che fa angherie contro la legge?
Si avventano contro la vita del giusto,
e condannano il sangue innocente.
Ma il Signore è la mia difesa,
roccia del mio rifugio è il mio Dio;
egli ritorcerà contro di essi la loro malizia,
per la loro perfidia li farà perire,
li farà perire il Signore, nostro Dio.

Salmo novantacinquesimo

Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Poiché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto,
le sue mani hanno plasmato la terra.

Venite, prostràti adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Ascoltate oggi la sua voce:
"Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno:
Non entreranno nel luogo del mio riposo".

Salmo novantaseiesimo

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunziate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo ai popoli raccontate la sua gloria,
a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi delle nazioni sono un nulla,
ma il Signore ha fatto i cieli.
Maestà e bellezza sono davanti a lui,
potenza e splendore nel suo santuario.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore in sacri ornamenti.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra i popoli: "Il Signore regna!".
Sorregge il mondo, perché non vacilli;
giudica le nazioni con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
frema il mare e quanto racchiude;
esultino i campi e quanto contengono,
si rallegrino gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene,
perché viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e con verità tutte le genti.

Salmo novantasettesimo

Il Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
Davanti a lui cammina il fuoco
e brucia tutt'intorno i suoi nemici.

Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e sussulta la terra.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.

Siano confusi tutti gli adoratori di statue
e chi si gloria dei propri idoli.
Si prostrino a lui tutti gli dèi!
Ascolta Sion e ne gioisce,
esultano le città di Giuda
per i tuoi giudizi, Signore.
Perché tu sei, Signore,
l'Altissimo su tutta la terra,
tu sei eccelso sopra tutti gli dèi.

Odiate il male, voi che amate il Signore:
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli
li strapperà dalle mani degli empi.
Una luce si è levata per il giusto,
gioia per i retti di cuore.
Rallegratevi, giusti, nel Signore,
rendete grazie al suo santo nome.

Salmo novantottesimo

 

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.

Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.
Cantate inni al Signore con l'arpa,
con l'arpa e con suono melodioso;
con la tromba e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Frema il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene,
che viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Salmo novantanovesimo

Il Signore regna, tremino i popoli;
siede sui cherubini, si scuota la terra.
Grande è il Signore in Sion,
eccelso sopra tutti i popoli.

Lodino il tuo nome grande e terribile,
perché è santo.
Re potente che ami la giustizia,
tu hai stabilito ciò che è retto,
diritto e giustizia tu eserciti in Giacobbe.

Esaltate il Signore nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi,
perché è santo.

Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
Parlava loro da una colonna di nubi:

Parlava loro da una colonna di nubi


obbedivano ai suoi comandi
e alla legge che aveva loro dato.
Signore, Dio nostro, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio paziente,
pur castigando i loro peccati.
Esaltate il Signore nostro Dio,
prostratevi davanti al suo monte santo,
perché santo è il Signore, nostro Dio.

Salmo centesimo

In rendimento di grazie.

Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
poiché buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.